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Azioni Goldman Sachs sotto i riflettori a Wall Street dopo che il colosso bancario USA ha pubblicato i conti del 3° trimestre 2020. Ecco i dettagli e l'analisi tecnica
La stagione delle trimestrali USA continua con Goldman Sachs. L’istituto di credito ha rilasciato i conti del terzo trimestre del 2020 sorprendendo in modo positivo le attese di Wall Street. Nel premarket, il titolo sta segnando un +2,41% e dimostrando la resilienza dell’istituto di credito dopo l’impatto del Coronavirus.
Nel corso del 3° trimestre 2020, Goldman Sachs ha messo a segno ricavi per 10,78 miliardi di dollari, al di sopra dei 9,4 miliardi che si aspettavano gli analisti di Bloomberg. Ben al di sopra delle attese anche gli utili per azione, che nel periodo hanno toccato quota 9,68 dollari, anche in tal caso battendo le attese di Wall Street di 5,53 dollari.
Anche l’utile netto ha sorpreso le stime degli esperti arrivando a 3,62 milioni di dollari (aspettative per 1,97 milioni di dollari). Le riserve per le perdite sui prestiti sono aumentate di 278 milioni di dollari, ben al di sotto degli 1,6 miliardi dei tre mesi prima. Il dato è stato comunque compensato dalle performance del segmento Asset Management, i cui ricavi si sono attestati a 2,77 miliardi di dollari, il 71% in più rispetto al medesimo periodo del 2019.
“Con i nostri clienti che stanno iniziando ad emergere dalle difficili condizioni economiche portate dalla pandemia, siamo ben posizionati per aiutarli a recuperare e a crescere, alla luce delle quote di mercato guadagnate durante quest’anno”, ha dichiarato l’Amministratore Delegato dell’azienda, David Solomon.
Azioni Goldman Sachs: analisi tecnica e strategie operative
Da un punto di vista grafico, le azioni Goldman Sachs di recente sono riuscite a rimbalzare a ridosso del livello orizzontale a 185,4 dollari, espresso dai massimi del 10 marzo 2020. La salita iniziata da tale livello ha permesso ai prezzi di superare l’ostacolo fornito dalla linea di tendenza ottenuta collegando i minimi del 26 giugno e 3 agosto 2020.
I corsi si sono quindi portati a un altro test importante: quello della trendline disegnata con i massimi del 17 gennaio e 15 luglio 2020. Se dovesse concretizzarsi un breakout di tale livello si potrebbe assistere ad una nuova fase rialzista dopo l’ampia lateralità del periodo maggio-settembre 2020.
L’ultima zona da tenere sott’occhio è poi quella dei 220 dollari, resistenza statica espressa dai top del 5 giugno 2020. Un superamento di questa soglia permetterebbe alle quotazioni di portarsi dapprima alla chiusura del gap down aperto dal 24 febbraio a 228,37 dollari, per poi passare ai top dell’anno, posti a 250,46 dollari. Operativamente salite sopra i 215 dollari avrebbero la possibilità di venire sfruttate per valutare una strategia di natura long con stop loss a 208,85 dollari e obiettivo a 222 dollari.