Le azioni Tesla sono troppo costose secondo gli analisti. Attualmente il titolo a Wall Street è scambiato a 75 volte gli utili a termine, confermandosi come decisamente
il più caro dei Magnifici 7 (Alphabet, Amazon, Apple, Meta Platforms, Microsoft, Nvidia e appunto Tesla). La cosa più sorprendente è che i multipli della casa automobilistica guidata da
Elon Musk sono assolutamente imparagonabili con quelli a una cifra di altri competitor come
General Motors e
Ford. Tesla ha anche un price/earnings di quasi tre volte quello del Nasdaq 100 di 26.
Cosa giustifica questa eccessiva valutazione delle azioni del pioniere delle auto elettriche? Toni Sacconaghi, analista di Bernstein, ha stimato che da solo il core business relativo ai veicoli elettrici di Tesla vale meno di 200 miliardi di dollari. Tesla però ha una capitalizzazione di mercato di poco oltre 700 miliardi di dollari. Quindi, da dove viene il resto? Chiaramente gli investitori hanno contato sugli sviluppi della guida autonoma e del robot umanoide Optimus, ma ancora gli obiettivi dell'azienda sembrano lontani.
Azioni Tesla: la guida autonoma non può sostenere il prezzo
La scorsa settimana si è tenuto un evento in cui l'azienda ha effettuato una presentazione del robotaxi, senza però fornire grandi dettagli tecnici e soprattutto senza dare indicazioni di un arrivo rapido della nuova auto. Il management ha mostrato il Cybercab, una berlina a due porte, ma mancavano quei dettagli chiave che gli investitori avrebbero voluto vedere, tipo come verrà effettuato il passaggio a una guida completamente autonoma, il percorso verso l'approvazione normativa e il vantaggio rispetto a concorrenti come Waymo di Alphabet.
"L'evento robotaxi di Tesla non ha fornito risultati immediati o dettagli su entrate incrementali", ha scritto Sacconaghi. L'esperto tra l'altro osserva che il veicolo entrerà in produzione non prima del 2026 e Tesla continua a rimanere indietro rispetto ai concorrenti nella guida autonoma. Inoltre, "anche se l'azienda diventa la prima a raggiungere la guida autonoma completa, i rivali probabilmente seguiranno presto", ha aggiunto.
Tutto ciò ha deluso gli investitori, che hanno venduto le azioni in Borsa. Dall'evento, avvenuto il 10 ottobre, il titolo è retrocesso di oltre 8 punti percentuali, facendo suonare un campanello di allarme. "Quanti nuovi investitori saranno disposti ad acquistare questo costoso titolo quando il core business automobilistico è lento e l'azienda non ha mostrato come porterà una rapida crescita in futuro?", ha affermato Steve Sosnick, capo strategist di Interactive Brokers. "Ciò che mi preoccupa di più della valutazione di Tesla è come si fa a crescere fino a un multiplo prezzo/utili di 75 volte", ha continuato l'esperto, e "l'unico modo per farlo è avere una tecnologia che cambia il mondo, cosa che una volta avevano, ma la valutazione attuale richiede un salto in avanti altrettanto importante".
E ora la trimestrale
Tesla ora è attesa da un banco di prova importante, con la trimestrale della prossima settimana che, stando alle attese degli analisti, dovrebbe riportare un calo del 10% su base annua dei profitti. Tutto ciò arriva in un contesto davvero preoccupante, in cui la domanda delle auto elettriche è rallentata in tutto il mondo e l'aumento della concorrenza sta pesantemente colpendo le vendite e i profitti dei produttori di auto. Se a questo si aggiungono le tensioni di natura geopolitica tra l'occidente e la Cina, il quadro è completo.
"Nel breve termine, ciò che ci preoccupa è una sostanziale debolezza delle vendite di auto, che è ancora il pane quotidiano per Tesla", ha detto Brian Mulberry, client portfolio manager di Zacks Investment Management.