Cosa sta succedendo alle
azioni Tesla? Dal picco di dicembre 2024 hanno più che dimezzato il loro valore a Wall Street, azzerando completamente l'effetto-Trump. L'elezione del presidente degli Stati Uniti il 5 novembre aveva innescato un rally da 733 miliardi di dollari fino al massimo del 17 del mese successivo. Gli investitori compravano incuranti delle valutazioni elevate perché convinti che la politica economica attuata da Donald Trump e il rapporto stretto tra il tycoon e l'Amministratore delegato di Tesla,
Elon Musk, avrebbero rilanciato il produttore di auto elettriche.
Da allora, però, la realtà ha avuto il sopravvento. Il core business dei veicoli elettrici della casa automobilistica è molto in difficoltà e non giustifica una valutazione di mercato dell'azienda pari alla capitalizzazione di tutti gli altri grandi produttori messi insieme. Negli ultimi cinque anni, l'unico nuovo veicolo lanciato da Tesla è il Cybertruck. Ma il pick-up ha registrato lo scorso anno meno di 39 mila vendite, molto al di sotto delle 250 mila che Musk aveva predetto per il 2025.
I modelli insomma stanno diventando obsoleti e l'azienda ha dovuto attuare un taglio dei prezzi per far fronte a una domanda in drastico calo. A preoccupare è specialmente la situazione in Cina, dove BYD continua a guadagnare quote di mercato.
Questi venti contrari esistono da diverso tempo, ma allora perché gli investitori hanno continuato a comprare le azioni? Il motivo è che a un certo punto non hanno più considerato Tesla un produttore di auto tout court, ma un pioniere della nuova tecnologia che spazia dall'auto autonoma al robot umanoide e all'intelligenza artificiale.
In questo contesto, Trump avrebbe fornito un assist prezioso, specialmente sulla guida autonoma, attraverso una regolamentazione molto più accondiscendente di quella estremamente severa attuata dall'amministrazione Biden. Questo avrebbe compensato il piano dell'inquilino della Casa Bianca di eliminare gli incentivi inerenti all'acquisto delle auto elettriche.
Azioni Tesla: è Musk il problema?
Per tanti anni, il mercato ha dato un grande valore alle azioni Tesla, perché lo dava al suo conduttore: Elon Musk. Da un po' di tempo però il rapporto tra Wall Street e il miliardario sembra essersi logorato. Da quando Musk è stato nominato a capo del Dipartimento per l'efficienza degli Stati Uniti da Donald Trump (
Dipartimento per l'efficienza USA: cos'è e come funziona), gli investitori hanno percepito che il manager non avrebbe più avuto molto tempo da dedicare a Tesla. O quantomeno non lo stesso tempo di prima. Il senso di trascuratezza che è filtrato ha allontanato gli investitori dall'azienda.
Inoltre, dobbiamo tenere presente che il coinvolgimento diretto di Musk nell'amministrazione Trump gli ha alienato le simpatie di quell'elettorato progressista che da sempre rappresenta uno zoccolo duro della clientela di Tesla (Musk nelle elezioni del 2016 e del 2020 aveva appoggiato i candidati democratici nella corsa contro lo stesso Trump).
Non è ovviamente solo questo. Sono diverse le stime di Musk che non hanno rispettato la tempistica indicata. L'arrivo del Cybertruck ha subito una sfilza di rinvii e poi non ha mantenuto le premesse della vigilia. Riguardo il robot umanoide Optimus, che Musk ha presentato come il più grande prodotto del genere mai esistito, è ancora rimasto nella fase della speranza. Ad oggi, fare una proiezione su quando effettivamente sarà utilizzato secondo il progetto in essere appare un esercizio molto difficile.
A gennaio di quest'anno, l'enfant prodige ha fatto un'affermazione molto forte: Tesla varrà più di Apple, Microsoft, Nvidia, Amazon e Alphabet messe insieme, ovvero qualcosa che si aggira intorno ai 13.000 miliardi di dollari. È una cosa plausibile? Se lo sono chiesti in molti. Alcuni osservatori finanziari sospettano addirittura che Musk stia cercando di coprire le oggettive difficoltà dell'azienda infondendo una fiducia agli investitori che negli ultimi mesi l'hanno smarrita per strada.
Di certo c'è solo che, per ora, Musk può contare dell'appoggio del presidente USA Donald Trump. E non è poco. In un post sui social di questa settimana, il magnate newyorchese ha scritto che comprerà una Tesla come dimostrazione di fiducia e sostegno per il suo alleato. Non bisogna dimenticare che Musk è stato decisivo per l'affermazione di Trump alle elezioni presidenziali, dopo aver finanziato la sua campagna elettorale con una spesa di circa 250 milioni di dollari.
"Perché dovrebbe essere punito per aver messo le sue enormi capacità al lavoro al fine di aiutare a rendere l'America di nuovo grande?", si legge nel post di Trump che ha definito Elon Musk "un americano davvero grande".