In una giornata priva di dati macroeconomici di rilievo ed in attesa di leggere le nuove trimestrali europee ed americane che verranno diffuse in questi giorni, i mercati azionari del Vecchio Continente hanno archiviato la prima seduta della nuova settimana borsistica in generale rialzo.
In questo contesto il FTSE Mib ha terminato la seduta in rialzo dello 0,7% in area 35.000 punti. Dal punto di vista operativo una conferma oltre questi livelli andrebbe a riattivare il trend ascendente in direzione dei 35.300-35.350 punti, dove verrebbe chiuso il gap-down lasciato aperto lo scorso 20 maggio in occasione del Dividend Day. Al contrario segnali di debolezza si avrebbero con la violazione dei 34.500 punti, con primi obiettivi i 34.300-34.250 punti e successivamente l'area dei 34.000 punti.
Tra i titoli che sul mercato europeo sono stati oggetto di vendite troviamo Volkswagen, con il Gruppo automobilistico pronto a nuove misure restrittive per ridurre i costi. Andiamo a vedere di cosa si tratta.
Volkswagen: pronta la chiusura di 3 stabilimenti
In queste ore Volkswagen starebbe valutando una serie di misure di riduzione dei costi, con l'obiettivo di risparmiare quasi 4 miliardi di euro. In attesa dei conti trimestrali che saranno comunicati tra 48 ore, il Gruppo tedesco avrebbe infatti intenzione di chiudere per la prima volta tre stabilimenti presenti sul proprio territorio nazionale e ridimensionare i restanti presenti nel Paese.
La dirigenza di Volkswagen starebbe inoltre valutando un taglio salariale del 10% e un congelamento dei salari per due anni per tutti i dipendenti. A queste misure si sommerebbe una limitazione dei bonus previsti per i i dipendenti di alto livello.
Inevitabilmente queste misure hanno scatenato una dura risposta da parte del sindacato tedesco IG Metall, che nelle prossime ore dovrebbe dare il via ad una serie di scioperi in alcune fabbriche. Al momento Volkswagen impiega circa 120.000 persone in Germania, di cui la metà lavora a Wolfsburg, sede centrale della casa automobilistico e città dove è presente lo stabilimento principale del marchio.
In totale in Germania Volkswagen gestisce 10 stabilimenti, sei in Bassa Sassonia, tre nello Stato orientale della Sassonia e uno nello Stato occidentale dell'Assia. A livello globale la casa automobilistica gestisce 114 stabilimenti di produzione, distribuiti in 19 Paesi europei e 10 Paesi tra Nord e Sud America, Asia e Africa
L'azienda tedesca si trova alle prese con una vera e propria crisi dovuta non solo alla concorrenza cinese ma anche agli alti costi dell'energia e del lavoro, dalla debole domanda in Europa e Cina e da una transizione elettrica più lenta del previsto.
In questo contesto Volkswagen nel corso degli ultimi mesi ha lanciato 2 profit warning sul 2024. Nello specifico le vendite dovrebbero attestarsi sui 9 milioni, rispetto ai precedenti 9,2 milioni, con un fatturato a 320 milioni di euro rispetto ai precedenti 322 milioni di euro.
Per quanto riguarda il risultato operativo è stato rivisto a 18 miliardi di euro, corrispondente a un rendimento operativo sulle vendite di circa il 5,6% contro l’indicazione precedente fissata nel range 6,5 e 7%. Inoltre sono state riviste le previsioni da 4 a 3,2 miliardi di euro per quanto riguarda l’utile operativo della divisione servizi finanziari, dove il gruppo ritiene di non riuscire a compensare l’effetto negativo di quasi 200 milioni di euro derivante dal deconsolidamento di Volkswagen Bank Russia. Infine, per quanto riguarda la divisione automotive, il flusso di cassa netto è atteso a 2 miliardi di euro rispetto a 2,5-4,5 miliardi di euro indicati due mesi fa.
Azioni Volkswagen: analisi tecnica e strategie operative
Andiamo ora a vedere come si è comportata l'azione sulla Borsa di Francoforte. Con volumi superiori alla media giornaliera mensile, è stata una seduta all'insegna della debolezza per il titolo Volkswagen con i prezzi che hanno chiuso in area 91,5 euro. Con un'impostazione di fondo che rimane confermata al ribasso, le attese sono per una prosecuzione delle vendite prima in direzione dei 90 euro e successivamente verso i minimi di periodo sugli 87,7 euro.
Nel caso in cui anche tali supporti dovessero essere violati si avrebbe un ulteriore indebolimento della struttura grafica, il quale aprirebbe le porte per nuove discese fin verso il bottom del 2020 situato nelle vicinanze degli 80 euro. In questo contesto tutti i rimbalzi che dovessero rimanere sotto i 98 euro, massimi degli ultimi due mesi, potrebbe essere sfruttate per aprire posizioni ribassiste.
Al contrario il superamento di queste ultime aree resistenziali, dovrebbe favorire la riattivazione di quel rimbalzo innescatosi nella prima parte dello scorso mese di settembre verso la soglia psicologica dei 100 euro.
Nel caso in cui le quotazioni dovessero lasciarsi alle spalle queste aree resistenziali, dovremmo assistere a una continuazione del recupero prima verso i 104 euro e in seguito in direzione dei 110-111 euro, dove verrebbe messa sotto pressione la media mobile di lungo periodo. Fondamentale sarà il superamento di questi ultimi livelli, per proseguire il recupero fin verso i 120,4 euro, dove verrebbe chiuso il gap-down lasciato aperto lo scorso 30 maggio.
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