Banche e assicurazioni: torna la stagione dei dividendi | Investire.biz

Banche e assicurazioni: torna la stagione dei dividendi

02 lug 2021 - 09:09

02 lug 2021 - 09:25

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BCE e IVASS: dal terzo trimestre banche e assicurazioni potranno tornare a distribuire dividendi ai propri azionisti, ma ad alcune condizioni

I titoli del settore bancario e assicurativo sono in evidenza a Piazza Affari con il via libera sui dividendi ormai quasi definitivo. L'allentamento dei vincoli che hanno frenato la distribuzione dei dividendi in Europa verrà confermato, come si evince dagli ultimi discorsi della Banca centrale europea.

Il presidente della BCE, Christine Lagarde, ha ricordato che "se le condizioni dell'economia e del settore finanziario non si deterioreranno, la nostra raccomandazione sulla restrizione delle distribuzioni durante la pandemia potrebbe scadere alla fine di settembre 2021”.

In assenza di sviluppi negativi si prevede quindi di abrogare la raccomandazione sui dividendi, i quali torneranno a essere staccati dalla fine del terzo trimestre dell’anno. L’IVASS, l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, che ieri ha presentato a Roma la relazione annuale sul 2020, ha annunciato che non prolungherà lo stop.

"Alla fine di settembre la raccomandazione europea attualmente vigente sulla restrizione dei dividendi cessa di avere effetto. A meno che la situazione economica, finanziaria e sanitaria non torni a peggiorare seriamente, non vediamo la necessità di reiterarla", ricorda Luigi Federico Signorini, che dallo scorso marzo è il nuovo presidente dell’IVASS.

A poche ore di distanza dalle dichiarazioni del numero uno dell’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, Andrea Enria, responsabile della vigilanza bancaria BCE, nel corso di un’audizione all’Europarlamento, ha anticipato quale sarà la decisione che l’Eurotower prenderà nel corso della riunione in agenda il 23 luglio sugli istituti di credito, che nel terzo trimestre potranno tornare a distribuire cedole e a programmare piani di buyback.

 

Banche: dal terzo trimestre 2021 via libera a dividendi e buyback

“In assenza di sviluppi negativi, prevediamo di abrogare la nostra raccomandazione a partire dalla fine del terzo trimestre del 2021 e di tornare a rivedere i dividendi e il riacquisto di azioni proprie come parte del nostro normale processo di vigilanza, sulla base di un’attenta valutazione previsionale della pianificazione patrimoniale individuale di ciascuna banca”, ha affermato Enria.

“Ci aspettiamo che i piani di distribuzione rimangano prudenti e commisurati alla capacità di generazione di capitale interno delle banche e al potenziale impatto di un deterioramento della qualità delle esposizioni, anche in scenari avversi”, ha successivamente precisato il responsabile della vigilanza bancaria dell’istituto di Francoforte.

Dopo lo stop imposto nel 2020 (sugli utili del 2019) e le stringenti restrizioni stabilite per la stagione dei dividendi del 2021 iniziata ad aprile (clicca qui per tutti i dividendi di Borsa Italiana), gli istituti di credito più solidi torneranno quindi a remunerare gli azionisti con cedole e buyback.

A Piazza Affari, in evidenza vi è sicuramente l’istituto guidato dall’AD Carlo Messina, Intesa Sanpaolo, che dopo la cedola da 0,0357 euro per azione staccata lo scorso 24 maggio, ha comunicato l’intenzione di realizzare una distribuzione cash da riserve per 0,10 euro per azione, con un rendimento del 5% a valere sugli utili 2020.

Si dovrebbe inoltre aggiungere, stavolta sugli utili 2021, un’ulteriore dividendo con un pay-out pari al 70% dell’utile netto. Una parte di questa cedola sarà distribuita entro la fine dell’anno sotto forma di acconto.

Le regole attualmente in vigore raccomandano agli istituti di credito di distribuire dividendi fino a un massimo del 15% degli utili cumulati tra il 2019 e il 2020. Inoltre non può essere superata la soglia dei 20 punti base di capitale CET1.

Nel complesso, in ballo ci sono circa 4,4 miliardi di euro di cedole che erano state congelate sui bilanci 2019 e 2020, parte delle quali sono distribuite quest'anno guardando, caso per caso, alla stabilità delle singole società e tenendo fermo il principio che la somma dei payout nel biennio non potesse superare quello del 2018.

 

 

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