La CONSOB ha dato il via libera all' OPA lanciata dai Friedkin sull'AS Roma attraverso la Romulos and Remos Investments LLC e finalizzata al
delisting del club da Piazza Affari. L'offerta si basa sul 10,005% del capitale azionario e il periodo di adesione avrà inizio alle ore 8.30 del 13 giugno e terminerà alle 17.30 dell'8 luglio.
Il corrispettivo pagato sarà di 0,43 euro per azione e verrà eseguito il 15 luglio. Tale prezzo, recita il comunicato della CONSOB, "è stato ritenuto congruo dal punto di vista finanziario da parte del Consiglio di Amministrazione". L'ultimo prezzo di chiusura del titolo nella
Borsa di Milano è stato di 0,428 euro.
Il documento di offerta verrà pubblicato secondo le modalità che saranno diffuse in un successivo comunicato stampa. L'Autorità di Borsa riferisce anche che "il Comunicato dell’Emittente, contenente la valutazione del Consiglio di Amministrazione sull’Offerta, sarà allegato al documento di Offerta che sarà pubblicato dall’Offerente nei termini e con le modalità prescritti dalla normativa, anche regolamentare, vigente. Al Comunicato dell’Emittente sarà allegato il Parere degli Amministratori Indipendenti corredato della Fairness Opinion."
AS Roma: l'addio in Borsa dopo 22 anni
L'AS Roma quindi attua il secondo tentativo di delisting, dopo quello andato a vuoto nel novembre del 2020. Per raggiungere l'obiettivo è necessario arrivare a una soglia del 95% del capitale azionario. La società giallorossa quindi abbandona le scene dopo 22 anni. Era il 23 maggio del 2000 quando fu quotata in Borsa dalla famiglia Sensi e allora ogni azione valeva 5,5 euro.
Poi però, anni di grandi investimenti e un indebitamento folle hanno portato la società vicino al default, con UniCredit che nel caso era a un certo punto divenuto il proprietario di riferimento dell'AS Roma. Giocoforza gli investitori si sono liberati delle azioni che perdevano sempre più valore. L'ingresso di James Pallotta ha tirato fuori il club dal pantano, ma nel contempo gli scarsi risultati della società non hanno arricchito le finanze dell'azienda, che puntava a far quadrare i conti più che altro con le plusvalenze sulla compravendita dei calciatori.
I rapporti mai idilliaci tra la proprietà americana e i sostenitori delusi si sono risolti quando le quote di James Pallotta sono state cedute alla famiglia Friedkin il 17 agosto, che ha acquisito un pacchetto dell'86,6% del capitale sociale al prezzo complessivo di 591 milioni di dollari. L'11 maggio 2022 è stata annunciata l'offerta pubblica d'acquisto per 27 milioni di euro. Da allora la Friedkin Group ha iniziato a rastrellare azioni, ma la quota di partecipazione ancora non ha superato la soglia del 90%. Adesso è arrivato il disco verde della CONSOB, nella speranza di riuscire ad arrivare al fatidico 95%.
AS Roma: cosa significa il delisting per la società
Il messaggio lanciato dalla proprietà statunitense è che per le società italiane non sia molto vantaggioso rimanere quotati a Piazza Affari, per tutta una serie di vincoli che ciò comporta. La quotazione, infatti, determina obblighi e controlli che impegnano staff, risorse e soprattutto tempo, che la società vuole impiegare in maniera diversa.
La strategia dei Friedkin è quella di vincere trofei non solo per la gioia dei tifosi ma anche per migliorare le finanze dell'azienda e per rendere redditizi i propri investimenti. Il successo della Roma nella Conference League è stato il primo passo, l'addio all'Olimpico e la costruzione del nuovo stadio potrebbe essere un altro tassello estremamente importante. In questo scenario, quindi, l'uscita dalla Borsa appare come un passaggio obbligato.