Proseguono le vendite sui principali mercati azionari del Vecchio Continente che, in scia al conflitto bellico in Ucraina, si avviano a chiudere in generale ribasso e vicini ai minimi giornalieri. In questo contesto non fa eccezione il FTSE Mib che, scendendo sotto l'importante soglia dei 25.000 punti, si avvia al test dei prossimi supporti posizionati nei pressi dei 24.500 punti.
Tra i titoli maggiormente colpiti dalle vendite troviamo Stellantis, che poche ore fa ha presentato il suo nuovo piano industriale al 2030. Andiamo a vedere i punti principali.
Stellantis: il piano industriale al 2030
"Dare Forwards 2030" è il nuovo piano industriale targato Tavares che si impegna a far diventare Stellantis la numero uno del settore automotive contro il cambiamento climatico, con lo scopo di raggiungere nel 2038 le zero emissioni di carbonio.
L'obiettivo entro i 10 anni è quello di raggiungere il 100% di vendite in Europa ed il 50% negli Stati Uniti di veicoli elettrici a batteria. Il programma farà leva sulle piattaforme meccaniche, powertrain e struttura e architetture software e hardware annunciate nei mesi scorsi.
All'inizio del prossimo anno sarà inoltre lanciato il primo Suv completamente elettrico del marchio Jeep e nel 2024 il nuovo pick-up Ram 1500 bev. Per quanto riguarda i numeri, la società prevede di raddoppiare i ricavi netti portandoli a 300 miliardi di euro entro il 2030, generando piu di 20 miliardi in flussi di cassa liberi industriali e avere un rapporto di distribuzione dei dividendi del 25-30% fino al 2025.
Infine per aumentare la capacità di produzione di batterie da 140 GWh a 400 GWh la società costruirà cinque gigafactory fra Stati Uniti ed Europa. Entro il 2024 il gruppo estenderà la tecnologia a celle a combustibile ad idrogeno ai furgoni di grandi dimensioni con debutto negli Stati Uniti nel 2025.
Azioni Stellantis: analisi tecnica e strategie operative
Il trend ribassista innescato sulle azioni Stellantis ad inizio anno non accenna ad arrestarsi e oggi il titolo invia un ulteriore segnale di debolezza. Infatti una conferma dei prezzi sotto i 15,80 euro dovrebbe far proseguire le vendite in direzione dei prossimi target posti sulla soglia dei 15 euro, che rappresentano anche i minimi degli ultimi 8 mesi.
Al contrario al rialzo un primo segnale di positività si avrebbe nel caso di ritorno oltre la soglia dei 17 euro, sopra i quali si avrebbero allunghi in direzione dei 17,70-17,80 euro. Solo con l'eventuale rottura di questi livelli la struttura grafica del titolo tornerebbe a rafforzarsi aprendo le porte per un eventuale ritorno sui suoi massimi di periodo.