TIM preda di KKR: fondo USA lancia OPA da €11 mld, poi delisting | Investire.biz

TIM preda di KKR: fondo USA lancia OPA da €11 mld, poi delisting

22 nov 2021 - 09:00

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KKR offre 0,505 euro per azione a tutti i soci di TIM, valorizzando il gruppo tlc a 11 miliardi. Con i 35 mld di indebitamento, la manovra vale oltre 46 miliardi di euro

Telecom Italia è sotto la lente di trader e investitori in questa prima seduta di contrattazioni della settimana. ll fondo americano KKR ha presentato al colosso delle telecomunicazioni guidato dall’AD Luigi Gubitosi una manifestazione d'interesse "non vincolante e indicativa" per un'offerta pubblica di acquisto (OPA) amichevole sul 100% delle azioni, volta al delisting.

Il prezzo indicato da pagare interamente per cassa sarebbe pari a 0,505 euro. Lo si legge in una nota diffusa al termine del Cda straordinario che si è tenuto ieri, durato circa 4 ore. Il fondo KKR in Europa è il maggiore azionista dell'editore tedesco Axel Springer e in Spagna, assieme ad altri fondi, possiede il quarto operatore telefonico nazionale MasMovil.

Due gli investimenti in Italia: il principale è quello in Fibercop, la società a cui TIM ha conferito l'ultimo miglio della rete. KKR ha circa 430 miliardi di dollari in gestione, 109 società in portafoglio e oltre 240 miliardi di dollari di ricavi l'anno. Vediamo insieme tutti i dettagli dell’operazione.

 

TIM: KKR lancia OPA da 11 miliardi, il 60% in più del valore della società

Il Cda di Telecom Italia, riunitosi ieri sotto la presidenza di Salvatore Rossi ha preso atto della intenzione di Kohlberg Kravis Roberts & Co. L.P. (KKR), allo stato “non vincolante e indicativa”, di effettuare una possibile operazione sulle azioni di TIM attraverso un'offerta pubblica di acquisto sul 100% delle  azioni ordinarie e di risparmio della Società, volta al delisting".

"La Manifestazione d'Interesse, come detto non vincolante e basata su informazioni di pubblico dominio sarebbe  soggetta alla condizione del raggiungimento della soglia di adesione minima del 51% del capitale sociale di entrambe le categorie azionarie", si legge sulla nota.

"La Manifestazione d'Interesse è stata qualificata da KKR 'amichevole' e aspira a ottenere il gradimento degli amministratori della Società e il supporto del management. Essa è, allo stato,  condizionata tra l'altro allo svolgimento di una due diligence confirmatoria di durata stimata in quattro settimane, nonché al gradimento da parte dei soggetti istituzionali rilevanti ("key government stakeholders"- la Società è soggetta ai poteri speciali, c.d. Golden Power, dell'Autorità di Governo).

Il prezzo indicato da KKR nella Manifestazione d'Interesse, da pagare interamente per cassa, da considerarsi allo stato, oltre che non vincolante, anche meramente indicativo, sarebbe pari a 0,505 euro per azione ordinaria o risparmio.

La proposta avanzata da KKR per Telecom Italia valuta la società 11 miliardi di euro. Si tratta di una valorizzazione di oltre il 60% rispetto al valore di Borsa. Il premio sarebbe in linea con quello pagato per operazioni simili, ad esempio per Iliad che lo scorso anno ha pagato agli azionisti un premio analogo per il delisting della società. Rispetto alla chiusura di venerdì, quando le azioni ordinarie erano quotate 0,3465 euro, l'aumento è invece di oltre il 45%.

 

TIM: OPA di KKR nuovo dossier caldo per Draghi

Fonti di governo confermano l'ipotesi di un super comitato di ministri e tecnici per valutare il dossier Telecom Italia - KKR sulla scrivania del presidente Mario Draghi. Fermo restando, si precisa dalle stesse fonti, che l'Esecutivo in questa possibile operazione di mercato mantiene la sua neutralità con due capisaldi: gli investimenti per le infrastrutture e la tutela del lavoro.

"Il Governo prende atto dell'interesse per TIM manifestato da investitori istituzionali qualificati. L'interesse di questi investitori a fare investimenti in importanti aziende italiane è una notizia positiva per il Paese. Se questo dovesse concretizzarsi, sarà in primo luogo il mercato a valutare la solidità del progetto", ha affermato il Tesoro in una nota.

"TIM è il maggiore operatore di telefonia del Paese. E' anche la società che detiene la parte più rilevante dell'infrastruttura di telecomunicazione. Il Governo seguirà con attenzione gli sviluppi della manifestazione di interesse e valuterà attentamente, anche riguardo all'esercizio delle proprie prerogative, i progetti che interessino l'infrastruttura.

L'obiettivo del Governo è assicurare che questi progetti siano compatibili con il rapido completamento della connessione con banda ultralarga, secondo quanto prefigurato nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con gli investimenti necessari nello sviluppo dell'infrastruttura, e con la salvaguardia e la crescita dell'occupazione.

In questa prospettiva, si è ritenuto che a seguire i diversi aspetti della vicenda sia un Gruppo di lavoro composto dagli esponenti di Governo titolari delle competenze istituzionali principalmente coinvolte, oltre che dalle Amministrazioni e da esperti", conclude la nota del MEF.

 

TIM, OPA di KKR: i possibili scenari per Telecom Italia

Con l’offerta del fondo USA si aprono diversi scenari. Vincent Bolloré, primo azionista di TIM tramite Vivendi con una quota del 23,5% potrebbe muoversi sia per alzare il prezzo dell’OPA che per conservare un asset pagato ben più di quanto offre KKR.

A questo proposito si parla di contatti con di Vivendi con il fondo CVC e con la consulenza dell’ex numero uno di Telecom Italia, Marco Patuano. Tuttavia, un portavoce ha chiarito subito che “Vivendi nega fermamente di aver avuto discussioni con qualsiasi fondo, e più specificamente, con CVC” per una eventuale OPA su TIM.

Un altro scenario potrebbe essere quello di portare ad un tavolo i diversi protagonisti della contesa su TIM, in particolare CDP. Cassa Depositi e Prestiti ha una quota del 9,8% ed è diventata l’azionista di controllo di Open Fiber. In caso di un’OPA è ipotizzabile che il governo metta dei paletti a difesa della rete, tanto per la parte contenuta in FiberCop quanto per la cosiddetta “rete primaria” rimasta a TIM, si legge sul Corriere della Sera.

Si potrebbe così profilare un ritorno dello Stato finalizzato al controllo della rete in fibra e alla rete primaria di Telecom Italia (l’ultimo miglio in rame) oltre che di Sparkle (collegamenti con l’estero). Un’operazione sulla quale vigilerà comunque anche l’Europa: l’Unione Europea di recente ha dato il via libera al riassetto del capitale Open Fiber a patto che non si parli di rete unica sotto il controllo TIM.

 

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