Dopo averne coniato il termine dalla fine del 2022, Michael Hartnett, strategist di Bank of America, lancia un warning nei confronti delle Magnifiche Sette. Amazon, Alphabet, Apple, Meta Platforms, Microsoft, Nvidia e Tesla sono i sette giganti tecnologici che hanno guidato il rally del 70% dell'indice
S&P 500 dall'ottobre 2022.
Lo strategist però ora ritiene che gli investitori siano sovraesposti a questi titoli. Quindi, suggerisce di virare verso azioni internazionali a buon mercato, invece di continuare a inseguire i colossi americani che ormai sono diventati troppo costosi. "L'eccezionalismo degli Stati Uniti ora è eccezionalmente costoso", ha scritto l'esperto.
Il motivo principale della diffidenza di Hartnett verso le Magnifiche Sette in questo momento è dovuto al fatto che "la spesa per l'intelligenza artificiale è destinata a raggiungere il picco". Le ultime trimestrali delle Big Tech hanno evidenziato investimenti enormi nella nuova tecnologia e altrettanti comunque sono in programma nel 2025. Hartnett vede però altri catalizzatori per Wall Street, come il sostegno fiscale e la lotta all'immigrazione derivanti dalle politiche del presidente degli Stati Uniti
Donald Trump.
Wall Street: via dalle Magnifiche Sette, ecco dove investire
La posizione di Hartnett sulle Magnifiche Sette a Wall Street non è molto comune tra gli strategist, che invece propendono ancora per la continuazione del rally dell'S&P 500 grazie alla spinta delle mega cap tecnologiche.
Tuttavia, un assaggio di cosa potrebbe significare un ritracciamento delle quotazioni di queste società lo si è avuto all'inizio della scorsa settimana, quando l'avvento della start-up cinese DeepSeek nel campo dell'intelligenza artificiale ha provocato lo sterminio di quasi 800 miliardi di dollari in termini di market cap dell'S&P 500.
L'azienda fondata da Liang Wenfeng ha presentato un modello AI (Artificial Intelligence) in grado di ottenere le stesse performance dei chatbot dei colossi americani, ma con una spesa di gran lunga inferiore. Questo ha messo a nudo quelli che potrebbero essere i limiti della nuova tecnologia, al punto da interrogare qualcuno sul reale dominio delle Magnifiche Sette nel settore.
Il crollo delle Big Tech di lunedì scorso non è stato però accompagnato da quello di altri settori, il che evidenzia come il problema potrebbe essere concentrato nell'area della tecnologia. Hartnett ritiene che bisogna cambiare registro e consiglia in particolare le banche europee e giapponesi.
Si tratta di "settori entrambi economici e non amati, in un momento in cui l'attività economica globale è a un punto di svolta", ha affermato. Lo strategist ha anche raccomandato di posizionarsi per una ripresa della crescita economica globale, puntando sulle materie prime, sulle obbligazioni ad alto rendimento, sulle azioni internazionali e su quelle della old economy.