Uno dei grandi dilemmi che stanno attanagliando il mondo degli investimenti in questo momento a Wall Street è se acquistare il calo dopo il sell-off oppure stare in disparte bloccando i profitti. L'ultima seduta di venerdì scorso ha acuito l'incertezza, perché la Borsa americana ha sfoderato una prestazione che non si vedeva da qualche tempo. L'indice S&P 500 ha chiuso con un guadagno del 2,13%, mentre il Nasdaq è balzato di 2,61 punti percentuali.
Come va interpretato questo rimbalzo? I più ottimisti sperano che il mercato abbia già scaricato abbastanza con l'ultimo sell-off e ora sono pronti a risalire sul treno che porta a nuovi massimi degli indici azionari statunitensi. Gli investitori più cauti preferiscono invece attendere che molte questioni a livello macroeconomico e geopolitico si chiariscano prima di riprendere con gli acquisti. Non si sa dove potrà portare la guerra commerciale tra gli Stati Uniti e il resto del mondo. Soprattutto se l'economia americana finirà in recessione per effetto di tutto ciò. A questo punto, solo i dati economici dei prossimi mesi possono fornire una risposta.
E poi c'è sempre la questione del conflitto militare in Ucraina che è in cerca di una difficile soluzione. Forse questa settimana il quadro sarà più chiaro, dopo l'incontro in programma tra il presidente USA
Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin. Nel frattempo, però, preoccupa la situazione in Medio Oriente, con gli Stati Uniti che hanno attaccato militarmente le basi degli Houthi nello Yemen a causa degli assalti terroristici che questi hanno perpetrato nei confronti delle navi commerciali americane nel Mar Rosso.
Wall Street: cosa dice il mercato delle opzioni
Un segnale incoraggiante sta arrivando dal mercato delle opzioni a Wall Street. Secondo i dati raccolti da Bloomberg, il costo delle opzioni per proteggersi da un calo del 10% dell'
SPDR S&P 500 ETF Trust nei prossimi tre mesi è crollato portandosi ai minimi dal 2023 rispetto ai contratti che traggono profitto da un rally del 10%. In sostanza,
gli investitori pagano meno le "put" che le "call", il che è un segno di fiducia verso un nuovo rialzo della Borsa americana.
Chiaramente questo non determina nulla, perché altri ETF segnalano che la richiesta di protezione attraverso le put è ancora viva. Tuttavia, se le indicazioni dell'SPDR S&P ETF Trust si uniscono a quelle sull'indice della paura, il VIX CBOE, c'è da essere più ottimisti. Il VIX infatti ha raggiunto il picco la scorsa settimana a poco meno di 30 su base intraday, ossia al livello più elevato da agosto 2024. Questo potrebbe voler dire che il panico sia anch'esso arrivato al massimo, con un livello di volatilità così elevato mentre alcune opzioni "put" sugli indici USA perdono valore.
Per contro, c'è un altro indicatore tecnico che invece manda segnali opposti. Si tratta della Teoria di Dow, che evidenzia come il calo del Dow Jones Industrial Average stia trovando conferma nei ribassi del Dow Jones Transportation Average. Questa teoria - creata più di un secolo fa dal giornalista Charles Dow, che ha fondato il Wall Street Journal e, insieme a Edward Jones, l'indice borsistico Dow Jones - afferma che affinché un trend di mercato sia solido, i due indici devono muoversi nella stessa direzione.
"Il cambiamento nella domanda di opzioni è un possibile indizio che le cose si stanno stabilizzando", ha detto Steve Sosnick, capo strategist di Interactive Brokers. Tuttavia, l'esperto non è del tutto convinto del raggiungimento del fondo a Wall Street dopo le vendite di quest'anno. "Anche se venerdì è stata certamente una giornata solida, non abbiamo visto una vera capitolazione (del trend ribassista, n.d.r.)".