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Bitcoin: Il modello Stock to Flow Cross Asset

24 set 2020 - 07:15

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La seconda versione del modello Stock to Flow è stata rilasciata qualche mese fa e approfondisce alcuni aspetti. Andiamo a vederlo.

Qualche mese fa, a circa un anno dal primo rilascio del modello Stock to Flow, è stato elaborato un secondo modello, il Cross Asset, che ha lo scopo di consolidare le basi del precedente modello. Il risultato finale ottenuto dall'analista finanziario PlanB è stato un nuovo grafico dove si elimina la variabile del tempo e si aggiungono alla rappresentazione gli andamenti di oro e argento.

Prima di addentrarci in questo nuovo grafico è opportuno però introdurre nella discussione un altro argomento che fa riferimento alle diverse “stagioni” finora vissute dal Bitcoin.
 

Bitcoin: le transizioni di fase

Nel corso della storia alcuni termini che noi utilizziamo correntemente per definire qualcosa si “evolvono”. Il termine rimane lo stesso ciò che cambia è il concetto sottostante. Se pensiamo ad esempio al Dollaro USA, è facile stabilire tre fasi che ha attraversato la moneta.

La prima è stata la moneta d’oro, dove un dollaro equivaleva a una precisa quantità d’oro che era presente all’interno della moneta in senso fisico. La seconda è stata la carta moneta, la banconota che rappresentava una quantità di metallo giallo pur non contenendola fisicamente. Infine c'è la fase corrente, quella della moneta FIAT: il collegamento con l’oro è venuto meno e il sottostante è solo la fiducia che si ripone nell’istituzione che emette il dollaro.

Anche se la prima criptovaluta per capitalizzazione ha una storia molto più breve rispetto al biglietto verde possiamo dire che in questi dieci anni abbiamo assistito a un continuo cambio di orizzonte dove il Bitcoin, pur essendo chiamato sempre nello stesso modo, ha assunto significati diversi. Ciò che è cambiato è la percezione del bene all’interno della community: cos’è il Bitcoin? A cosa servirà in futuro?

Da uno studio del 2018 compiuto da Nic Carter e Hasu possiamo individuare nel tempo diverse fasi che talvolta si sono sovrapposte fra loro, ognuna delle quali in genere non ha soppiantato del tutto la precedente e ad oggi coesistono visioni abbastanza diverse pur riferendosi, in senso fisico (o digitale), alla medesima cosa. Possiamo individuare delle maggioranze durante le diverse stagioni, le quali hanno stabilito la narrativa dominante per quanto concerne la percezione di che cosa è il Bitcoin.

In un primo momento si parlava di moneta digitale in senso lato, la "valutadi internet" che poteva essere in grado di risolvere le aberrazioni del sistema economico finanziario. In una seconda fase si è iniziato a parlare di ciò che sarebbe stato possibile fare, i pagamenti e le transazioni nel periodo in cui il valore del BTC si era approssimato a un dollaro.

È stata poi la volta dell’oro digitale, un sistema per segregare ricchezza in totale libertà, nel momento in cui un BTC ha iniziato a valere come un’oncia di oro. Infine il re delle criptovalute è diventato paragonabile a un asset finanziario decorrelato. Si notino due cose. In primo luogo come in realtà queste quattro visioni sintetiche siano comunque compresenti tutt’oggi.

In secondo luogo come le variazioni siano strettamente correlate agli halving: gli scossoni all’interno del network che ogni volta dimezzano la quantità di valuta emessa. Ciò è abbastanza comprensibile: si tratta di vere rivoluzioni tecniche della rete ed è normale che si ripercuotano anche sulla percezione che si ha della stessa.
 

Bitcoin: il modello Stock to Flow Cross Asset

Chiarito questo passiamo ora al vero e proprio grafico, sempre logaritimico, dove in ascissa abbiamo il valore Stock to Flow e nelle ordinate la capitalizzazione totale del mercato del Bitcoin. All’interno di questo chart, partendo dal prezzo di ogni singolo Bitcoin nello scorrere del tempo, sono riportati dei puntini di colore blu che rappresentano le condizioni mensili. Ogni punto rappresenta un mese a seconda dello Stock to Flow e della capitalizzazione totale nello stesso periodo.

Ciò che possiamo subito notare è come questi punti tendano a raggrupparsi in dei cluster lungo una retta, i quali coincidono con le diverse narrazioni delle quali abbiamo discusso prima. Il passaggio successivo è stato quello di trovare una media per ogni ammassamento che potesse raffigurare sinteticamente le 4 fasi determinate. Appare in questo modo ancora più evidente la relazione lineare: tutti i punti medi giacciono sulla stessa retta.

Non solo. Una volta aggiunti al grafico anche i dati relativi ad oro e argento scopriamo che anche questi ultimi giacciono nella solita retta. Si precisa che per quanto riguarda i metalli preziosi si tratta di stime poiché non è possibile avere dati precisi sul loro Stock to Flow. I valori sono infatti leggermente diversi rispetto al primo modello S/F.
 

Bitcoin: la prossima fase

Veniamo ora a quello che più potrebbe interessarci e a chiederci cosa potrebbe succedere alla capitalizzazione del Bitcoin nel caso in cui il trend illustrato nell’analisi venga rispettato anche nel futuro. Il quadriennio entrante, iniziato con l’halving dello scorso maggio, dovrebbe essere il periodo di tempo in cui il BTC troverà una nuova transizione e un nuovo assetto nella percezione della community.

Se il prossimo punto medio sintetizzante la quinta fase si accomoderà anch’esso sulla medesima retta è sufficiente avere un’ascissa sicura per scoprire con un’interpolazione la capitalizzazione media nel prossimo quadriennio (e di conseguenza il prezzo medio). Sappiamo già quale è lo Stock to Flow medio in questo periodo per il solito motivo che l’emissione di moneta è nota e già stabilita dal protocollo, e per la precisione si attesterà su un valore di circa 56.

Eseguendo l'operazioneci troveremo di fronte una capitalizzazione totale pari a 5.500 miliardi. Che suddiviso per la quantità media di Bitcoin in circolazione nel quadriennio (circa 19,1 milioni), ci dà un risultato pari a 288.000 dollari per ogni singola unità.


Modello Stock to Flow Cross Asset: le conclusioni

La differenza con il precedente modello che ipotizzava un valore di 55.000 dollari per il prossimo periodo, è abbastanza rilevante ed è da imputare alla diversa inclinazione della retta ottenuta in fase di analisi. Trattandosi poi di un grafico logaritmico, basta un minimo scarto per ottenere risultati significativamente diversi.

Se estendiamo il discorso parrebbe dunque che vi sia la possibilità che questa previsione possa avere un ampio margine di errore, considerato che in ogni passaggio del processo di elaborazione si è sempre parlato di medie. A questo sono da aggiungere le obiezioni sollevate nel precedente articolo sul modello iniziale, sempre valide anche in questo caso.

Possiamo infine concludere l’illustrazione di questo modello con un’ultima osservazione: ci troviamo in un momento storico importante, uno snodo che molto rivelerà sull’affidabilità di questo modello. Lo stesso PlanB negli ultimi tempi ha iniziato a sottolineare su Twitter il fatto che ci si sta discostando abbastanza dal modello previsionale per quanto riguarda i prezzi correnti, cosa che, secondo lui, suggerirebbe un imminente balzo in avanti delle quotazioni.

Come al solito staremo a vedere quello che succederà.

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