Esiste un ETF quotato sul mercato europeo che ha un invidiabile primato. Nel 2022 è stato il peggiore in assoluto. Nel 2023 è stato invece il migliore in assoluto. E non con percentuali in doppia cifra, bensì in tripla cifra. Il suo mondo è quello crypto blockchain e l’ETF è il VanEck Crypto and Blockchain Innovators. Nel 2022 un drammatico ribasso del 85%. Nel 2023 la salita è del 130%. Montagne russe vere.
Questi numeri ci permettono di aprire una parentesi per chiarire meglio cosa è il costo della volatilità. Quando un asset finanziario perde l’85% come in questo caso, i 1000 euro investiti diventano 150 alla fine del 2022. A questo punto si potrebbe pensare che un recupero del 85% ci porterebbe nuovamente in pari. Nulla di più falso. Ci riporterebbe infatti a 278 euro fissando la perdita nel 72%. Per recuperare una perdita del 85% servirà un guadagno ben più elevato. Un gain del 566%!
Se infatti aumentate 150 euro del 566% il risultato finale sarà di 1000 euro. Questo ETF ha quindi percorso con il suo +130% appena un quarto del cammino. Questo è il costo della volatilità pazzesca di un ETF che su base annua ha fatto segnare un “modesto” 76% di oscillazione.
Un pregio ed un difetto: la concentrazione
L’oggetto dell’investimento è chiaro, ma il pregio e il difetto allo stesso tempo di questo ETF è la concentrazione in appena 20 titoli azionari. Replica totale a un costo di 0,65% l’anno, l’ETF è un classico global blockchain ma molto spinto. Le prime 10 società occupano il 62% del paniere e società di mining come Marathon Digital, Riot Blockchain hanno il 9% di importanza nell’ETF. Ai primi posti troviamo anche Microstrategy e Northern Data per passare da Coinbase che però, rispetto ad altri ETF tematici di questo tipo, pesa relativamente poco (il 5%).
L’indice replicato è il MVIS Global Digital Assets Equity che comprende titoli azionari di società che generano almeno il 50% dei propri ricavi dal segmento globale degli asset digitali, da produttori di semiconduttori e società che operano nel settore dei trasferimenti di denaro online. Esposizione globale con il KID che precisa che le azioni cinesi quotate a Shanghai o Shenzhen non potranno superare il 15%.
Non sembra essere questo un problema visto che il peso della Cina è inferiore al 2%. Dominano gli States con il 67% seguiti dal Canada con il 12%.
Un ETF per i forti di cuore che però mette irrimediabilmente l’investitore di fronte a un elemento poco considerato. Per recuperare una perdita, un guadagno pari e uguale non basta.