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Bitcoin: la SNB dice no alla creazione di una riserva

21 mar 2025 - 07:00

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La SNB mette una barriera alla creazione di una riserva di Bitcoin presso la Banca centrale. Tre sono soprattutto le ragioni della chiusura. Vediamole nel dettaglio

La Swiss National Bank chiude le porte all'acquisto di Bitcoin. In occasione della riunione di politica monetaria di questa settimana, il presidente della Banca centrale svizzera, Martin Schlegel ha detto che il Paese non seguirà lo stesso esempio degli Stati Uniti. In USA, il presidente Donald Trump ha come obiettivo quello di creare una riserva strategica di criptovalute, in particolare di Bitcoin ed Ethereum, nell'ambito del suo progetto di portare gli Stati Uniti a capitale mondiale degli asset digitali.
 
L'intenzione di Schlegel è tutt'altra. In passato ha già adottato una linea dura nei confronti delle criptovalute, rifiutandosi di includerle in bilancio nonostante le pressioni. A novembre del 2024, ha dichiarato che le valute digitali sono un fenomeno di nicchia. Tuttavia, in Svizzera c'è un'iniziativa popolare affinché la SNB inserisca Bitcoin nelle sue riserve. I proponenti cercano di raggiungere le 100 mila firme entro giugno 2026. Se ci riescono, Berna sarà costretta a tenere in considerazione la volontà dei cittadini.
 
 

Bitcoin: ecco perché la SNB preferisce stare a distanza

Al momento, la SNB ha in corso un progetto iniziato a dicembre 2023 per una CBDC (Central Bank Digital Currency), ovvero una valuta digitale emessa e controllata dalla Banca centrale. Inizialmente il progetto doveva concludersi al 30 giugno 2024, ma si è deciso di proseguire per almeno altri due anni in modo da ampliarlo. Sulle criptovalute, invece, è stato eretto un muro.
 
Ma quali sono le ragioni per cui la Banca nazionale svizzera non vuole saperne di abbracciare il mondo crittografico? Il governatore Schlegel ieri ha spiegato che diversi fattori lo spingono a starne lontano. Innanzitutto, le riserve valutarie servono per facilitare la politica monetaria e invece le criptovalute non soddisfano i criteri per rendersi utili in questo senso.
 
In secondo luogo, si tratta di asset esposti a grandi fluttuazioni di prezzo e quindi vanno a minare la conservazione di valore che una riserva richiede. Infine, Schlegel ha citato "punti interrogativi" inerenti alla liquidità delle monete virtuali. "Sono fondamentalmente software che li rendono inclini a bug", ha detto.
 
Negli ultimi anni, l'adozione a livello istituzionale delle criptovalute è cresciuta molto, in particolare dopo che la Securities and Exchange Commission statunitense ha approvato i primi ETF spot su Bitcoin ed Ethereum. Anche le banche, fino ad oggi molto refrattarie per via di questioni regolamentari, stanno gradualmente cominciando ad accoglierle.
 
A livello statale, El Salvador è stato il primo Paese che le ha adottate come moneta legale nel 2021, sebbene una riforma di legge di quest'anno abbia rimosso lo status per mettere la nazione in regola con gli aiuti del Fondo Monetario Internazionale. Il grande passo ovviamente sarà quello in cui Trump manterrà la sua promessa di costruire una riserva strategica. La Svizzera, per ora, si è chiamata fuori.
 
 
 

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