Contro ogni più rosea previsione di qualche mese fa, l’inflazione negli USA ha quasi raggiunto il target finale che la Banca Centrale si è prefissata. Probabilmente il lavoro svolto fino ad oggi sta dando ottimi frutti, staremo a vedere se si opterà presto per una pausa al rialzo dei tassi di interesse.
Da un dato positivo ad uno negativo: il PIL del Regno Unito mensile su base annua ha evidenziato una contrazione. La sterlina potrebbe avere seri problemi nel continuare a mostrarsi ancora forte nei prossimi mesi e per questo un trade SHORT su GBP/USD è molto interessante da prendere in considerazione.
Inflazione (CPI) Stati Uniti
Ieri è stata la giornata dedicata all’inflazione negli Stati Uniti. Il dato headline (compreso cibo ed energetici) al +3% ha sorpreso gli analisti, che si attendevano un +3,1%, ed evidenziato un netto calo rispetto al +4% del mese scorso. I mercati infatti hanno potuto ampiamente festeggiare col settore equities americano che ha fatto segnare performance giornaliere tra +1,5 e +1% tra Nasdaq e S&P 500. Anche le materie prime non sono state da meno, con Oro e Petrolio che hanno registrato un +1,3% e +1,5%.
Questo movimento è stato causato essenzialmente dal netto deprezzamento del Dollaro Americano (Indice DXY) che ha rotto con estrema forza i livelli inferiori del range settimanale di accumulazione a 100,750 punti che durava ormai da gennaio 2023.
La rottura sopra citata potrebbe essere molto interessante da qui in avanti perché probabilmente sarà il livello che confermerà la prosecuzione del trend ribassista del DXY. Una pausa della discesa attuale potrebbe avvenire tra area 97-98 punti e più in basso verso area 95 punti, quindi c’è ancora abbastanza spazio al ribasso per far proseguire il trend del momento.
Tornando all’inflazione, come riportato dalla foto sopra, il dato che più ha sorpreso i mercati è stata la componente “Core” (escluso cibo ed energetici) che ha finalmente lasciato il range del 5% stampando un bel +4,8% su base annua contro il +5,3% del mese scorso. Ad impattare fortemente sulla componente Core è stato il forte calo relativo alle vendite di auto usate che ha fatto segnare una decrescita del -5,2% su base annua; un dato in così forte contrazione non si vedeva dal 2020 durante il COVID.
Staremo a vedere cosa ci diranno i prossimi dati e soprattutto come reagirà la FED (Federal Reserve) ai dati molto positivi appena elencati. I mercati al momento stanno scontando soltanto un ultimo aumento dei tassi di interesse di 25 punti base alla riunione del FOMC del 26 luglio per poi andare in pausa e successivamente cominciare con i tagli già dalla riunione successiva (Inflazione USA scende più delle stime: cosa farà la Fed?). Sarà davvero così?
PIL e produzione Regno Unito
Proprio stamattina, come riportato nella foto in alto, sono stati rilasciati diversi dati per quanto riguarda l'andamento economico del Regno Unito. Tra tutti ovviamente spicca quello inerente al Pil mensile ed annuale, in netto calo rispetto ai dati del mese scorso e purtroppo in territorio negativo. A salvare un po' la situazione è stato il dato relativo al PIL trimestrale che, con una variazione nulla, non ha confermato la contrazione attesa dagli analisti allontanando, almeno per il momento, le paure di una recessione tecnica (due trimestri di fila chiusi in negativo).
Anche la produzione non è andata benissimo: anche se in alcuni casi i dati sono stati al di sotto delle attese, stiamo comunque parlando di una decelerazione marcata rispetto al mese scorso. Soprattutto se consideriamo la produzione manifatturiera annuale passata dal -0,6% al -1,2% del dato attuale.
Lo diciamo da un po': la situazione nel Regno Unito non è delle migliori eppure la sterlina pare proprio non volerne sapere e continua a stampare massimi annuali sempre più elevati. Ricordiamo che attualmente siamo al 5% per quanto riguarda i tassi di interesse in UK a causa di un'inflazione ancora troppo alta ed insostenibile.
Ciò che preoccupa, però, sono i duri effetti che il rialzo dei tassi sta portanto alla crescita economica del paese che, a questo punto, è da considerarsi una netta decrescita a tutti gli effetti che sfiora di pochissimo una recessione tecnica.
Il dato che più fa riflettere è stato quello relativo al PIL annuale, che non registrava una decrescita dal periodo critico del COVID da marzo 2020.
Il trend del PIL è fortemente ribassista da un anno a questa parte. Trend che, purtroppo, pare puntare verso cifre nettamente inferiori e ad essere soltanto agli inizi considerando i tassi ancora in aumento e l'inflazione ancora elevata.
Per questi motivi iniziamo a valutare uno Short di ampio respiro su GBP/USD che dovrà trovare conferme dal punto di vista tecnico e price action sia sul grafico della coppia sopra menzionata sia su quello del DXY che, almeno per il momento, è ancora troppo debole per far invertire il trend fortemente rialzista sulla sterlina britannica.
Analisi Tecnica e livelli operativi - GBP/USD
Partendo dal presupposto che, come detto poco sopra, dovremo attendere conferme anche dall'Indice del Dollaro Americano (DXY), attenderemo un rimbalzo del prezzo proprio nelle zone tra 97-95 punti citate in precedenza nell'articolo.
Per quanto riguarda la sterlina invece, la zona da attenzionare è il range tra 1,3250$ e 1,3000$ che rappresenta l'ultimo vero scoglio su base settimanale dove potremmo avere qualche resistenza lato prezzi.
Attendiamo ulteriori conferme lato price action per poterci posizionare ottimamente al ribasso: un netto rifiuto dell'area con delle ombre ben marcate o in alternativa un paio di candele engulfing che confermerebbero forti vendite all'interno di questa zona.
Seguiranno sicuramente aggiornamenti nei prossimi giorni. L'operazione è di ampio respiro prendendo in considerazione il timeframe settimanale come principale per sviluppare la nostra analisi ed i nostri posizionamenti.