Mentre i banchieri centrali cercano di raffreddare il sentiment dei mercati surriscaldato dalle ultime indicazioni macroeconomiche, i listini azionari hanno vissuto una settimana priva di particolari input. Il clima festivo legato al Giorno del Ringraziamento e l’attesa per quelli che saranno i risultati commerciali del Black Friday, storicamente indicatore di come andranno le vendite durante le festività natalizie, hanno inevitabilmente impattato sull’operatività di Wall Street.
E così mentre gli indici USA si mantengono in prossimità dei top 2023, con i massimi storici non troppo distanti, quelli europei consolidano i rialzi maturati nelle settimane precedenti. In questo contesto, il focus degli operatori si è spostato sulla Germania.
La locomotiva tedesca ha rimandato l’approvazione della Legge di Bilancio 2024 dopo che la Corte costituzionale ha detto no al ricollocamento di 60 miliardi di euro in precedenza destinati alla gestione della crisi del Covid. Il Cancelliere Scholz ha rassicurato i mercati sul fatto che tutte le decisioni sulla manovra saranno prese entro la fine del 2023. Probabile che per il quarto anno consecutivo la Germania approvi la manovra sospendendo la norma costituzionale che limita il ricorso al deficit pubblico allo 0,35% del PIL.
Un giovedì da leoni
Sono tre gli appuntamenti, tutti in calendario giovedì, che caratterizzeranno la settimana che inizia oggi: il meeting dell’Opec, la pubblicazione dei PMI cinesi ed il dato preliminare sull’inflazione di Eurolandia.
Inizialmente prevista per il 26 novembre, la riunione dei membri del Cartello qualche giorno fa è stata spostata al 30 novembre per provare a riconciliare lo strappo con i tre Paesi africani - l’Angola, il Congo e la Nigeria - che non sono intenzionati a rispettare gli obiettivi di produzione per il 2024.
Sempre giovedì, nella notte europea le autorità cinesi diffonderanno i dati relativi il sentiment dei direttori degli acquisti, sia per quanto riguarda il manifatturiero che il settore dei servizi, mentre nel corso della mattina è in arrivo l’indice dei prezzi al consumo dei Paesi aderenti alla moneta unica: il dato completo è visto in riduzione dal 2,9 al 2,7% mentre l’indice “core”, quello calcolato al netto delle componenti più volatili, dovrebbe scendere dal 4,2 al 3,9%.
Tra gli altri dati della settimana troviamo le vendite statunitensi di nuove case (lunedì), il sentiment dei consumatori USA (martedì), i dati sull’inflazione in Germania e la crescita statunitense (mercoledì), il tasso di disoccupazione europeo e l’indice statunitense PCE (giovedì) e l’ISM manifatturiero statunitense (venerdì).
Come d’abitudine, l’ottava sarà contrassegnata anche da numerosi interventi di banchieri centrali come Christine Lagarde della BCE (lunedì, martedì, giovedì e venerdì), Joachim Nagel della BundesBank (martedì), Andrew Bailey della Bank of England (mercoledì) e Jerome Powell della Fed (venerdì).
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