La scorsa settimana la BCE ha ufficialmente tagliato i tassi di interesse. La sforbiciata di 25 punti base data da Christine Lagarde è stata la prima da quando si è insediata all’Eurotower. La decisione era pienamente prevista dal mercato. Meno attese erano invece le parole usate dal Governatore della Banca Centrale Europea, così come le indicazioni fornite nel consueto statement.
I toni emersi sono stati più falco delle attese, con la revisione al rialzo delle stime di inflazione nel triennio 2024-2026 che ha prontamente scosso i mercati. Così come la persistenza di forti pressioni interne sui prezzi legate alla crescita delle retribuzioni. Nei fatti sembra che la BCE non abbia voluto scontentare il mercato andando a tagliare i tassi di interesse senza tuttavia impegnarsi a continuare su questa strada in attesa di una prima mossa da parte della FED.
La salita dei rendimenti dei titoli di Stato europei, la discesa delle quotazioni delle utility e la risalita dei titoli bancari si adatta a questo nuovo scenario. Un paradigma che potrebbe tuttavia non modificarsi nel breve termine, almeno guardando gli ultimi dati del mercato del lavoro USA. Numeri forti che rischiano di dissuadere la FED dal tagliare il costo del denaro. Insomma, avanti adagio.
Falchi anche su Washington?
Dopo le indicazioni “hawkish” arrivate dalla riunione della BCE, il timore degli operatori è che anche il meeting della Federal Reserve riservi un esito simile. I numeri sull’andamento del mercato del lavoro non fanno che confermare quella solidità della prima economia che impedisce alla Banca centrale guidata da Jerome Powell di mettere in campo il tanto atteso taglio dei tassi. Non solo il saldo delle buste paga ha battuto le attese (+272 mila a maggio contro un consenso di 182 mila) ma la dinamica retributiva ha messo in evidenza un incremento del 4,1% annuo, maggiore sia del +4% della rilevazione precedente che del +3,9% del consenso.
Questo incremento oggi rappresenta la prima minaccia per l’inflazione USA - l’aggiornamento sull’andamento dei prezzi a maggio sarà pubblicato mercoledì alle 14:30 - e, sia nel meeting di mercoledì sera che in quello di luglio, non dovrebbe permettere all’istituto con sede a Washington di mettere mano al benchmark (al termine del meeting della Fed saranno diffuse anche le nuove proiezioni economiche).
Sempre restando in tema di Banche centrali, mercoledì è previsto un intervento di Joachim Nagel, il n.1 della BundesBank, mentre venerdì sarà la volta di Christine Lagarde. Venerdì è anche previsto il meeting della Bank of Japan. Tra i dati macro troviamo quelli relativi al mercato del lavoro britannico (martedì), i prezzi cinesi (mercoledì), la produzione industriale di Eurolandia (giovedì) e l’indice preliminare che misura il sentiment dei consumatori statunitensi (venerdì).
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