Sui mercati sembra essere tornato il sereno. Dopo la cautela con cui si erano mossi gli investitori nel mese di aprile, in questa prima parte di maggio sono state prevalentemente due le leve che hanno favorito un recupero dei listini azionari globali: le trimestrali e le prospettive sui tassi.
ei giorni scorsi a tenere banco sono state soprattutto le decisioni della Bank of England e della Sveriges Riksbank. La Banca centrale svedese ha tagliato il costo del denaro, quella inglese ha aperto la porta a una sforbiciata nel corso delle prossime settimane. A rafforzare questa tendenza generale, le Minute dell’ultimo meeting della BCE pubblicate venerdì scorso. Dai verbali della riunione di aprile emerge che per i banchieri centrali un taglio dei tassi a giugno sia plausibile grazie ad un’inflazione della Zona Euro che dovrebbe scendere nel 2025 a quel target del 2% tanto auspicato.
Sul fronte delle trimestrali, risultati solidi sono stati riportati da gran parte delle aziende. In Italia hanno brillato le banche, con Unicredit, Banco BPM, Banca MPS, BPER Banca e Mediobanca che hanno annunciato dati in crescita a doppia cifra rispetto a 12 mesi prima. E proprio grazie a queste due voci, indici come il DAX e STOXX 600 hanno aggiornato i propri massimi storici.
Prezzi in primo piano
Dopo l’antipasto rappresentato dai prezzi alla produzione, in calendario domani, mercoledì sarà il grande giorno in cui sarà diffuso l’indice dei prezzi al consumo a stelle e strisce. Con gli ultimi aggiornamenti macroeconomici che hanno evidenziato un lieve rallentamento della locomotiva statunitense, si tratta di dati particolarmente attesi per provare a stimare quelle che saranno le future mosse della Federal Reserve: una riduzione significativa rispetto all’andamento di marzo (quando l’indice “headline” ha segnato un +3,5% ed il “core” un +3,8%) farebbe schizzare al rialzo le probabilità di una stretta nel meeting di fine luglio.
Al momento il CME FedWatch Tool stima tassi stabili a giugno con una probabilità del 91,5% mentre per il meeting successivo una riduzione di 25 punti base è attesa al 30,8%. Di prezzi si parlerà anche in Europa, visto che venerdì Eurostat diffonderà le statistiche sul CPI in versione definitiva: i dati preliminari hanno evidenziato un rialzo del 2,4% in versione “completa” e del 2,9% su base “depurata”.
Ma non solo prezzi: nel caso degli USA nel corso dell’ottava arriveranno anche i numeri su vendite al dettaglio, produzione industriale e le immancabili nuove richieste di sussidio; in Europa sarà la volta delle nuove stime macro elaborate dalla Commissione europea, dell’indice tedesco ZEW, dell’indice della produzione industriale e dei dati preliminari sulla crescita economica. Diversi anche gli aggiornamenti che giungeranno dal Dragone tra cui investimenti esteri, nuovi prestiti, produzione industriale e vendite al dettaglio.
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