Sono settimane febbrili sui mercati, con la vittoria alle elezioni americane di Donald Trump che ha portato a forte volatilità sui mercati. A livello settoriale è emblematico osservare il comportamento di quello legato alle criptovalute e al settore farmaceutico.
Il mandato di Trump sarà a favore delle valute digitali e le società del comparto quotate a Wall Street stanno accelerando al rialzo grazie anche al traino delle quotazioni di Bitcoin arrivate a 100mila dollari. Il settore farmaceutico ha viceversa visto un vero e proprio crollo con la notizia che Robert F. Kennedy Jr sarà il prossimo Segretario della Salute americano. Monitorare l’andamento della composizione della futura squadra di Trump diventa sempre più cruciale per le scelte di investimento di breve e medio termine.
Mercati che seguono da vicino anche l’altra leva, quella della politica monetaria. Se la Fed potrebbe stupire il prossimo 18 dicembre non tagliando i tassi di interesse, in Europa gli ultimi deludenti indici PMI e la situazione macro generale potrebbero spingere la BCE a una sforbiciata di 50 punti base. Taglia qua, conferma là e l’euro va ai minimi da due anni.
USA-UE: prezzi in primo piano
In attesa delle riunioni di BCE e Fed di dicembre, il meeting della prima è previsto per il 12 dicembre mentre la seconda sarà di scena il 18, la settimana che inizia oggi sarà caratterizzata dalle indicazioni che arriveranno dai prezzi al consumo.
Il primo a parlare sarà il Bureau of Economic Analysis statunitense, che mercoledì - in una giornata particolarmente densa di dati in vista della festività del Ringraziamento di giovedì - diffonderà il Personal Consumption Expenditures (PCE) del mese di ottobre. Questo indice, che differisce dal classico CPI (Consumer Price Index) perché in grado di monitorare il prezzo dei beni effettivamente acquistati (e non di un classico paniere), è quello preferito dai membri della Banca centrale per loro valutazioni di politica monetaria.
In Europa l’antipasto è in calendario giovedì, quando saranno pubblicati i dati sui prezzi al consumo tedeschi, mentre il piatto principale, l’indice preliminare di novembre relativo l’intera Eurolandia, sarà servito venerdì. Rispetto agli Stati Uniti, dove il governatore Powell ha già fatto sapere di non avere fretta di ridurre i tassi (anche perché le politiche annunciate da Trump potrebbero innescare una risalita del carovita), nel caso europeo la decisione della Banca centrale sembrerebbe più urgente alla luce del rapido deterioramento del contesto macroeconomico, testimoniato anche dal deciso indebolimento evidenziato dagli indici PMI diffusi la scorsa settimana, in atto in Germania e Francia.
A questo link è possibile leggere tutta la Weekly Note di Vontobel