Fumio Kishida è il vincitore delle elezioni politiche giapponesi dopo che la coalizione di governo è riuscita a mantenere una maggioranza parlamentare superiore alle aspettative. Il Partito Liberal Democratico mantiene così il controllo del Paese ottenende il quarto mandato consecutivo.
Un risultato che è piaciuto alla Borsa nipponica balzata subito in apertura di settimana di quasi il 3%, mentre lo yen ha toccato una debolezza tale da riportarlo in prossimità di importanti livelli tecnici di resistenza contro dollaro posizionati a 115.
Il maxi piano di aiuti promesso in fase elettorale adesso potrà essere messo a terra anche se per la Nazione il percorso non sarà semplice. Raddoppiare le spese militari in termini di PIL vista l’importanza sempre maggiore a livello geopolitico dell’area pacifica, riavviare gli investimenti nel settore nucleare per andare incontro agli ambiziosi obiettivi di riduzione della CO2, ridistribuire il reddito. Questi alcuni dei punti previsti dall’agenda del neo premier.
Yen: quotazioni legate alla politica monetaria
Per lo yen il destino è naturalmente anche vincolato all’evoluzione della politica monetaria. La Bank of Japan ha recentemente confermato la sua volontà di controllare la curva dei rendimenti decennali attorno allo 0%.
Un comportamento non sempre così scontato in un mondo che sta alzando globalmente l’aspettativa sui tassi di interesse futuri anche nel mondo G10. L’esperienza australiana conferma come la difesa ad oltranza di una politica di questo tipo diventa pressochè impossibile quando il mercato decide di spingersi altrove.
USD/JPY: analisi tecnica e livelli trading
Per USD/JPY non serve molto per comprendere quanto importante sia la soglia di resistenza compresa tra 115 e 116. Salvo una breve ed estemporanea escursione ad inizio 2017, il cambio è sempre rimasto in questi anni ingabbiato sotto tale livello raggiungendo l’ipercomprato (come ora) in rare occasioni.
Se allargassimo il grafico ci renderemmo conto che poco sopra passa anche la trendline ribassista di lungo periodo. Il momento è chiave anche per la stretta correlazione delle quotazioni con i tassi di interesse a lunga scadenza americani. Una rottura al di sopra delle resistenze sopra citate creerebbe le premesse per un ulteriore allungo dei rendimenti sulla parte lunga della curva, ovvero una corsa dell’inflazione probabilmente destinata a non esaurirsi in tempi brevi.
Il nuovo corso politico guarda ovviamente con favore a questa fase di indebolimento dello yen per rilanciare le esportazioni e la crescita economica. La divisa giapponese è però sottovalutata dal punto di vista fondamentale e questa situazione ad un certo punto verrà ricordata dal mercato quando la percezione del rischio (e la volatilità) si alzerà.