Dollaro USA: Morgan Stanley, è sempre la migliore riserva di valore | Investire.biz

Dollaro USA: Morgan Stanley, è sempre la migliore riserva di valore

18 apr 2024 - 15:00

18 apr 2024 - 15:01

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La grande banca americana non ha dubbi circa la conservazione dello status di principale riserva di valore del dollaro USA, anche per mancanza di alternative credibili

Il dollaro USA ha rallentato la sua corsa nei mercati valutari, dopo l'incontro a Washington che si è tenuto ieri tra i ministri delle Finanze di Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud. I tre hanno espresso preoccupazioni per i guadagni del biglietto verde rispetto alle valute asiatiche e hanno studiato la possibilità di limitare la forza della moneta americana. Il Dollar Index, che esprime l'andamento del dollaro USA rispetto a un paniere composto dalle principali divise, è rimasto stabile a 105,73 dopo un picco di questa settimana a 106,32.
 
Lo yen giapponese e il won coreano hanno recuperato leggermente terreno, sebbene ormai si trovino ad un livello, in special modo rispetto al dollaro, in cui urge un intervento delle autorità. Da diverso tempo si attende una presa di posizione diretta da parte del governo nipponico dopo una serie di minacce verbali, alla stregua delle mosse attuate nel settembre-ottobre 2022 quando il cambio USD/JPY superò prima quota 145 e poi il livello di 150. Ora il "ninja" staziona abbondantemente sopra 154 e ci si chiede quale potrebbe essere la soglia che spingerà le autorità del Sol Levante ad entrare in azione.
 
Nel frattempo, l'Indonesia sta scoraggiando l'acquisto di dollari da parte delle aziende statali al fine di frenare la caduta della rupia. Oggi il ministro coordinatore per gli affari economici Airlangga Hartarto ha affermato che tali aziende con grandi esigenze di importazione e debito denominato in valuta estera devono evitare l'acquisto di grandi quantità di dollari americani.
 
 

Dollaro USA: cosa spiega la sua forza

La grande potenza del dollaro USA si spiega fondamentalmente con la questione delle guerre in Medio Oriente e in Ucraina, nonché con l'aspettativa che la Federal Reserve ritardi il taglio dei tassi di interesse.
 
Sul primo fronte, in teoria il coinvolgimento degli Stati Uniti potrebbe finire per indebolire l'economia e quindi la valuta domestica. In realtà, gli investitori comprano il dollaro nella veste di bene rifugio. La moneta americana è la più grande riserva valutaria al mondo e, nei momenti di grande incertezza a livello geopolitico, economico e finanziario, i trader la considerano un porto sicuro insieme ad altri asset come oro, franco svizzero e immobili.
 
La funzione di bene rifugio sembra passare sopra a tutto, anche a circostanze che potrebbero pesare sensibilmente sul dollaro USA. La valuta a stelle e strisce ha retto persino durante le situazioni più delicate degli ultimi anni, allorché il Congresso degli Stati Uniti ha minacciato il default dei titoli di Stato in occasione della crisi del debito del 2021 e del 2023.
 
La Fed è l'altro grande catalizzatore del biglietto verde. La Banca centrale non abbasserà a breve i tassi di interesse e probabilmente per quest'anno il numero di tagli sarà inferiore rispetto ai tre indicati nell'ultima riunione. Almeno questo è quanto sta scontando il mercato in questo momento. Tuttavia, sembra esserci assonanza con le ultime dichiarazioni dei massimi esponenti della Fed, i quali sottolineano un'inflazione ancora lontana dall'obiettivo del 2% e che non permette di agire in maniera rapida. Se i tassi sono più alti, il dollaro rende di più diventando maggiormente attrattivo per gli investitori. L'aumento della domanda che ne consegue, fa alzare le quotazioni.
 

Morgan Stanley, il biglietto verde sarà ancora riserva di valore

Lanciando uno sguardo al futuro, da diverso tempo si discute se, con la crescita del debito americano e i maggiori rischi politici per gli Stati Uniti, il dollaro USA continuerà a conservare il suo status di valuta di riserva dominante a livello mondiale. Questo alla luce anche del fatto che alcuni gestori stanno cercando di diversificare le scelte di portafoglio allontanandosi dal biglietto verde.
 
Morgan Stanley, però, non vede alternative credibili. "Ci aspettiamo che il ruolo di valuta di riserva dominante dell'USD perduri nonostante le continue sfide di un mondo sempre più multipolare", hanno affermato gli analisti della banca americana in una nota. "Ciò supporta la nostra attuale preferenza per l'USD e dovrebbe fornire un supporto a lungo termine, anche se sono previsti periodi di debolezza a causa delle condizioni cicliche e delle valutazioni".
 
 
 

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