Cosa succederà al dollaro nel 2023? Le previsioni nel mondo valutario sono sempre difficili e l’analisi tecnica può fornire qualche riscontro grafico basate sulla probabilità che certe view di prezzo si rivelino più o meno fondate. Il dollaro americano è la divisa più scambiata del pianeta, quella più osservate e più liquida. Milioni di operatori e trader giornalmente lavorano questa divisa contro valute come euro, yen, sterlina e tante altre.
Prevedere dove andrà uno degli asset finanziari più efficienti del mondo è quindi esercizio ancora più arduo perché teoricamente dovrebbe incorporare ogni notizia e ogni aspettativa con il massimo dell’efficienza.
Possiamo però provare a comprendere quali reazioni potrebbero avere gli operatori di fronte a certi livelli di prezzo raggiunti dal biglietto verde dopo l’ultimo meeting della Federal Reserve. Graficamente i livelli toccati dal Dollar Index, il paniere per eccellenza che sintetizza le valutazioni del dollaro americano contro una serie di altre divise, sono intriganti. Lo vedremo tra poco.
Dollar Index: ci avviciniamo a livelli cruciali
Intanto prendiamo atto che il mercato si è andato a posizionare su certi livelli dopo aver scontato, forse in modo un po' eccessivo, quello che la Fed alla fine ha dimostrato di voler fare. I tassi saliranno nel 2023 probabilmente di altri 75 punti base, prima di un lungo stop utile per valutare effetti su inflazione e crescita. Inflazione che Powell e soci hanno rivisto al rialzo nelle loro aspettative 2023 (al 3,1% contro il 2,8% precedente) con effetti deleteri per una crescita economica che non andrà oltre lo 0,5%. Salvo incidenti di percorso nel durante che potrebbero cambiare le carte in tavola.
Solo nel 2025 crescita e inflazione ritorneranno ai livelli desiderati e questo significa che nel frattempo i mercati dovranno muoversi sull’onda di dati macroeconomici che potrebbero spostare gli equilibri da una parte o dall’altra in modo imprevedibile. Come sempre rimangono quindi aperti margini di incertezza notevoli, ma un grafico del Dollar Index può aiutarci nel comprendere quale strategia adottare nei confronti del biglietto verde.
La sbornia 2022 si è praticamente ridimensionata per intero. I prezzi del Dollar Index, così come sono saliti rapidamente, sono scesi altrettanto rapidamente scaricando tutti quegli eccessi di ipercomprato che si erano accumulati nel corso dell’estate. La discesa si trova però di fronte dei livelli tecnici di supporto di assoluto spessore. In zona 103 troviamo i massimi del 2016 e del 2020 quando scoppiò la pandemia. Il fatto di non aver ancora raggiunto l’ipervenduto segnala la possibilità di qualche ulteriore limatura (EurUsd a 1.10?), ma ormai buona parte del percorso è stato compiuto.
Il consolidamento per il dollaro appare a questo punto lo scenario più probabile, in attesa di capire dai dati del nuovo anno se la FED sta rallentando il rialzo dei tassi troppo presto oppure se il fenomeno dell’inflazione è stato sovra stimato. Per il momento su questi livelli qualche trade lungo sul dollaro può cominciare ad essere riattivato.