Nella riunione di ieri, la Federal Reserve ha mantenuto i tassi fermi all’intervallo 5%-5,25% in modo tale da valutare gli impatti di quelli precedenti. Dal dot-plot pubblicato nel meeting tuttavia, sembra che l’istituto centrale possa mettere in campo altri due aumenti del costo del denaro entro fine anno. La Fed ha anche pubblicato le proiezioni economiche: il PIL è atteso all’1% nel 2023 (da 0,4%), all’1,1% nel 2024 (da 1,2%) e all’1,8% nel 2025 (da 1,9).
Il tasso di disoccupazione è invece stimato al 4,1 nel 2023 (da 4,5%) e al 4,5% nei due anni successivi (da 4,6%). Infine, il PCE core è stimato al 3,9% nel 2023, al 2,6% nel 2024 e al 2,1% nel 2025 (da 3,6%, 2,6% e 2,1%). Nella sua conferenza stampa, il Presidente Jerome Powell ha detto che gli effetti delle precedenti mosse di politica monetaria devono ancora farsi sentire e la strada per riportare l’inflazione al target è ancora lunga.
Per il Governatore della Fed, non è ancora chiaro cosa avverrà nel meeting di luglio, in quanto la Banca centrale resta dipendente dai dati. Inoltre, per riportare l’inflazione al target del 2% sarà necessario un rallentamento economico e del mercato del lavoro. Tuttavia, Powell ha messo in luce alcuni segnali di miglioramento sul fronte della moderazione dei prezzi e si aspetta che questi continuino a mostrarsi. Infine, per quello che concerne l’ipotesi di taglio dei tassi, questa potrebbe non verificarsi per i prossimi due anni.
EUR/USD analisi tecnica e livelli da monitorare
Il meeting della Fed non ha creato troppa volatilità sulle quotazioni dell’EUR/USD, che continuano a veleggiare nei pressi della resistenza di area 1,08. Per i compratori verrebbe letta positivamente un’accelerazione oltre l’ostacolo a 1,085, espresso dai top del 28 marzo 2023. Se ciò avvenisse, si potrebbe osservare un successivo approdo sulla soglia psicologica a 1,09, per poi passare nei pressi di 1,094 nell’eventualità di una prosecuzione della fase di acquisti. Per far proseguire la tendenza ascendente cominciata a fine settembre 2022 tuttavia, si dovrebbe aspettare una rottura decisa di 1,11.
Al contrario, una flessione sotto 1,08 verrebbe interpretata negativamente. In tal caso infatti, i venditori avrebbero spazio di scendere fino a 1,075 in primis, per poi passare a 1,07. Un’indicazione più negativa arriverebbe con la flessione sotto la zona compresa tra 1,07 e 1,065. In questa eventualità, il fronte ribassista avrebbe spazio di discesa fino a 1,055. Oggi per il cambio sarà un altra giornata importante e caratterizzata dalla riunione della Banca Centrale Europea.