Non c’è pace per la Lira turca, che continua a “imbarcare” acqua nonostante un’ulteriore stretta sui tassi di interesse deciso dalla banca centrale. La decisione dell’autorità monetaria turca di alzare il costo del denaro al 40% non ha prodotto gli effetti sperati da Ankara. Al contrario gli effetti sono stati proprio quelli non desiderati, ovvero un inasprimento del sell off con corposi flussi di vendita che hanno colpito la lira ora a nuovi minimi storici contro euro.
L’aumento dei tassi di interesse di 500 punti base ha indubbiamente sorpreso gli analisti che però immediatamente si sono ricreduti. Non è stata infatti gradita la comunicazione verbale relativa al fatto che la banca centrale si sta avvicinando a un livello ottimale per piegare l’inflazione. Un preludio allo stop nell’aumento del costo del denaro e quindi alla rincorsa a tassi reali neutrali. La Turchia vanta infatti ancora oggi i peggiori tassi reali negativi del mondo emergente. E questo ovviamente attrae molto poco gli investitori spaventati anche dalla paurosa volatilità della lira.
EUR/TRY continua a segnare nuovi record
Inflazione che rimane incredibilmente elevata in Turchia e sopra al 60% su base annua con la svalutazione attuale della lira che potrebbe rendere l’opera della banca centrale poco efficace alzando ancora di più l’asticella del punto di convergenza con l’inflazione stessa.
La neo governatrice Hafize Gaye Erkan lavora in sintonia con Erdogan e da maggio in avanti ha convinto il “sultano” a virare decisamente verso strategie restrittiva del costo del denaro. I tassi in pochi mesi sono saliti dall'8,5% al 40% attuale. Aggiungendo allo statement ufficiale che il ciclo di rialzo sarà completato nel breve termine e che i tassi rimarranno sostenuti per molto tempo ancora, la Erkan si è però allineata alle frasi dei banchieri centrali occidentali che con questa retorica hanno anticipato lo stop imminente a nuovi aumenti.
Se queste manovre sono sicuramente benvenute rispetto alla follia pre elettorale in cui i tassi turchi venivano addirittura fatti scendere infiammando l’inflazione, quello che sembra sempre più necessario in Turchia è rallentare una crescita basata su un eccessivo ricorso al credito. Quindi maggiore domanda dei consumatori di merce a costi sempre più alti complice la svalutazione della lira. Diversi analisti credono a nuovi aumenti nell’ordine di 500 punti base nelle riunioni di dicembre e gennaio prima di uno stop.
Per il momento poco da segnalare sul cross EUR/TRY che continua a battere nuovi record e che, al massimo, potrà offrire ai possessori di bond turchi un ritorno in zona 26 come punto ideale di uscita da un long che ha dissanguato chi ha scommesso finora sulla TRY.