Il mercato delle opzioni punta contro il franco svizzero. Secondo i dati della Depositary Trust & Clearing Corporation, quasi il 90% dell'esposizione totale degli investitori è per una maggiore forza del cambio
EUR/CHF, il che estenderebbe i guadagni delle ultime settimane. Sulla base delle posizioni dei trader, il cross scambierebbe oltre 0,98 dopo metà aprile, in crescita di circa 2 punti percentuali dalle attuali quotazioni intorno a 0,9630. Nella scadenza di agosto, ci sono inoltre "call" per un valore di 132 milioni di euro con
prezzo di esercizio sopra la parità.
Le indicazioni che arrivano dalle opzioni descrivono un mercato divenuto ribassista nei confronti del franco svizzero come mai accaduto da un anno a questa parte. L'ultimo colpo è arrivato dalla Germania, che ha annunciato la scorsa settimana il gigantesco piano di spesa da 1.000 miliardi di dollari su infrastrutture e difesa (oggi il parlamento tedesco si riunisce per votare questa misura). Questo ha contribuito a rafforzare l'euro, mettendo sotto pressione la coppia di valute EUR/CHF.
Franco svizzero: ora l'attesa è per la SNB
L'attenzione dei trader valutari è tutta concentrata ora sulla riunione della
Swiss National Bank di giovedì. I mercati monetari scontano una probabilità del 72% che la Banca centrale svizzera
tagli di un quarto di punto i tassi di interesse. La convinzione che ciò accada tuttavia è diminuita nelle ultime settimane non solo per via della debolezza valutaria, ma anche perché l'inflazione si mantiene bassa e la crescita economica del Paese risulta sostenuta.
C'è però da considerare che il deterioramento del contesto commerciale globale, con la minaccia dei dazi da parte del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, potrebbe portare l'istituto guidato da Martin Schlegel a tenere, per il momento, un approccio accomodante. La SNB ha spesso spiazzato gli investitori, con delle scelte molto discutibili e controverse.
Epocale è stata la decisione nel gennaio del 2015 di rimuovere il peg sull'EUR/CHF che ha generato un effetto sismico forse mai visto sui mercati valutari (
EUR/CHF: il 15 gennaio 2015 fu il giorno del collasso). Anche nel giugno 2022 l'autorità monetaria ha lasciato tutti a bocca aperta quando ha abbassato di mezzo punto i tassi (il mercato stimava un benchmark stabile al -0,75%). Inversione a U nella successiva riunione, quando la SNB ha invece messo in campo un aumento di 75 punti base.
Anche stavolta gli investitori sono in trepidante attesa. Come quasi sempre avviene, "è un lancio di moneta", hanno affermato gli economisti di UBS. Tra coloro che non prevedono alcun cambiamento c'è Claude Maurer, capo economista di BAK Economics.
"L'unica incertezza significativa ai tassi stabili in questa riunione, per me, deriva da un certo offuscamento del quadro della crescita globale. Questo potrebbe favorire un ulteriore taglio", ha affermato.
Anche Jean Dalbard, economista di Bloomberg Economics, non è molto persuaso di una SNB particolarmente accomodante. "Ci aspettiamo che la politica dei tassi d'interesse a zero venga evitata, anche se permane un piccolo grado di contingenza nel caso in cui si rendesse necessario un ulteriore allentamento", ha detto.