La lira turca si sta apprezzando in termini reali. Da inizio anno la moneta ha perso oltre il 10% rispetto al dollaro USA e solo il peso argentino ha fatto peggio al cospetto del biglietto verde. Tuttavia, sta scendendo di meno in rapporto al tasso di inflazione mensile. Ciò è avvenuto perché le banche statali nell'ultima settimana hanno venduto le valute forti per difendere la lira, dopo che le avevano acquistate allorché gli afflussi esteri si erano intensificati.
Gli investitori stranieri quest'anno hanno versato miliardi di dollari negli asset turchi, puntando soprattutto alla rivalutazione della lira. Ciò che li ha ispirati è stata la politica monetaria divenuta, dopo anni di accomodamento, estremamente restrittiva da giugno dello scorso anno al fine di abbassare un'inflazione fuori controllo. I modi attraverso cui gli operatori esteri hanno puntato sulla Turchia sono stati soprattutto tre:
- l'acquisto dei contratti a termine,
- le operazioni di carry trade (finanziamento con una valuta forte pagando bassi tassi di interesse per investire in lire turche che corrispondono alti rendimenti),
- la detenzione di obbligazioni a breve termine.
La scorsa settimana, il governatore della
Banca centrale turca, Fatih Karahan, ha affermato che l'apprezzamento reale della lira non è un obiettivo politico a sé stante, ma il risultato di una lotta all'inflazione. Il numero uno della Banca centrale ha previsto che l'inflazione scenderà dal 72% attuale al 38% prima della fine del 2024, rallentando ulteriormente al 14% nel 2025 e al 9% nel 2026.
Lira turca: le preoccupazioni degli esportatori
Se l'apprezzamento in termini reali della lira turca sta rallegrando gli investitori esteri, lo stesso non può dirsi per le aziende turche che esportano all'estero, in quanto i loro prodotti diventano meno competitivi. Secondo Mustafa Gultepe, capo dell'Assemblea degli esportatori turchi, la valuta ha bisogno di scendere di circa il 12% perché venga ripristinata la competitività. Dello stesso avviso è il vicepresidente di Marti Hotels & Marinas, Emre Narin, secondo cui a risentirne è il settore del turismo che ha perso il suo vantaggio nell'attrazione degli stranieri. Le preoccupazioni sono suffragate dai dati della Camera dell'Industria di Istanbul, secondo cui lo scorso anno si è registrato, con un -13,8%, il più grande calo delle vendite in termini reali per le prime 500 aziende industriali della Turchia dal 2009.
Cosa bisogna aspettarsi quindi? A giudizio di Tufan Comert, strategist dei mercati emergenti presso BBVA a Londra, "il tasso di cambio effettivo reale è aumentato bruscamente nell'ultimo anno, mettendo sotto pressione le esportazioni", quindi c'è da aspettarsi che "le autorità lascino che la lira scenda di più in futuro, pur conservando un apprezzamento reale che è importante nella lotta contro l'inflazione".