La Banca centrale neozelandese ha deciso di tagliare i tassi di 50 punti base seguendo l’esempio della FED e portando così il costo del denaro al 4,75%. Decisione allineata alle previsioni degli analisti che mettono in cantiere altre misure di riduzione dei tassi nei prossimi mesi. A novembre altri 50 punti base sarebbero, secondo gli analisti, da mettere in cantiere.
In perdita ovviamente il dollaro neozelandese con i tassi swap a 2 anni in calo al 3,6%, un significativo cambiamento rispetto a quelli americani che negli ultimi giorni sono risaliti sull’onda di una crescita economica a stelle e strisce più vigorosa del previsto.
Il rientro dei tassi di inflazione ed un mercato del lavoro in indebolimento hanno convinto la RBNZ a muoversi in senso espansivo abbandonando un percorso di stabilità che invece preferisce mantenere la RBA, la banca centrale australiana.
L’inflazione neozelandese del secondo trimestre è risultata del 3,3%, ma la banca centrale è confidente in un rientro nel target 1-3% già a partire dal terzo trimestre del 2024. La riduzione nei prezzi importati e la contrazione della domanda cinese alla base di questo raffreddamento nei prezzi al consumo.
Perchè la RBNZ ha tagliato i tassi ed il quadro grafico del Kiwi
Con questa decisione di riduzione dei tassi siamo quindi al secondo taglio da agosto quando vennero abbassati di 25 punti base per far fronte ad un’economia che nel secondo trimestre si è contratta. La dipendenza dalla domanda di Pechino, le tensioni geopolitiche ed una fase di maturità del ciclo alla base di questo effetto che la RBNZ spera di attutire con le manovre espansive di politica monetaria.
Per il Kiwi, come viene comunemente chiamato il dollaro neozelandese nel suo rapporto di cambio con il dollaro americano, si apre così uno scenario fosco che potrebbe riportare NZD/USD in zona 0,585 dopo aver toccato per la seconda volta in un anno 0,637. Una sorta di potenziale doppio massimo o molto più probabilmente la conferma di un trading range che va avanti da inizio 2023.
La barriera di 0,64 si è sempre dimostrata ostica nell’essere valicata spingendo in basso il neozelandese ogni volta che è stata toccata. Come questa volta. La base di questo range si posiziona appunto in zona 0,58 e obiettivamente questo ci sembra il punto più naturale di convergenza del cambio nei prossimi mesi.
Per quanto riguarda EUR/NZD, confermato anche in questo caso il valore del supporto di 1,74 con un orientamento che dovrebbe essere bullish per i prossimi periodi a meno che la BCE non sorprenda i mercati con mosse ancora più aggressive di politica monetaria.