Il dollaro canadese è stata una delle poche valute capaci di resistere alla forza del dollaro americano da novembre in avanti. Nelle ultime settimane tuttavia qualche presa di beneficio ha rimesso in marcia USD/CAD, cambio che sembra voler puntare adesso la zona di massimi realizzata tra il 2022-20223 in zona 1,39/1,40. A differenza di altri Paesi come il Giappone e la Gran Bretagna, il Canada è riuscito ad evitare una contrazione dell’economia nell’ultimo quarto del 2023 e questo potrebbe aiutare la Banca centrale canadese (BoC) nel prendersi gli opportuni tempi prima di tagliare il costo del denaro.
Canada: il contesto macroeconomico
L’inflazione, che era salita nel 2023 di oltre il 6%, dovrebbe rientrare nei ranghi del 2% prima dell’inizio dell’estate conferendo così ai rendimenti reali canadesi un appeal in grado di sostenere il cambio. Sia contro valute a rendimento più modesto come yen giapponese e franco svizzero, sia contro quell’euro che vedrà tagliato probabilmente il costo del denaro prima dell’estate. Tornando alle previsioni sui tassi canadesi i mercati swap scontano oggi 100 punti base di riduzione del costo del denaro nel 2024 con le prime manovre a partire da luglio. Il meeting di questa settimana sarà un nulla di fatto anche se come sempre l’interesse sarà rivolto alle prospettive comunicate dalla banca centrale.
USD/CAD: il quadro tecnico
Interessante il grafico di USD/CAD. Come si può vedere il trend bullish in essere da inizio anno, dopo un tentativo di sfondamento a fine 2023, ha ripreso la sua marcia rialzista. Quella sembra essere stata a questo punto una trappola per orsi con tanto di potenziale doppio minimo. La ripresa di USD/CAD stranamente ha coinciso con la ripresa del prezzo del petrolio risalito sopra gli 80 dollari al barile. Una correlazione inversa, quella tra USD/CAD e WTI, che però negli anni è venuta a sfumare non tanto per demeriti canadesi (paese la cui economia indubbiamente vede il petrolio essere una delle risorse principali), quanto per l’importanza sempre maggiore acquisita dal greggio negli USA ormai indipendenti grazie al fracking.
Tornando a USD/CAD non si può non apprezzare come il rimbalzo del cambio potrebbe a breve mettere nel mirino quella serie di massimi tra 1,39 e 1,40 che hanno preso corpo tra il 2022 e il 2023. Una fase che se avrà successo non solo nel riportare il cambio in zona 1,40, ma anche a superarla, creerebbe danni ad un canadese a quel punto destinato a involarsi dalle parti del 2016 e del 2020 di 1,45/1,46.
La strategia oggi potrebbe essere ancora quella di rimanere long fino a 1,40 prima di tentare uno short confidando nella tenuta di resistenze importantissime. Stop loss poco sopra questo livello. Solamente sotto 1,315 scatterebbe un’inversione di tendenza per ora da considerare poco probabile. Tenendo conto però dell’avvio di un periodo di stagionalità sfavorevole al dollaro Usa nemmeno da escludere a priori.