NASDAQ 100: con febbraio 2021 è finito il rally Covid? | Investire.biz

NASDAQ 100: con febbraio 2021 è finito il rally Covid?

01 mar 2021 - 13:30

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L’aumento dei tassi USA sta colpendo le Borse. Sul NASDAQ 100 anche un segnale tecnico farebbe pensare che il rally sia finito, proprio mentre l'indice compie 50 anni

Il NASDAQ 100 ha da poco compiuto 50 anni. L'8 febbraio del 1971 infatti si avviarono le prime contrattazioni sul listino tecnologico USA e una delle prime società a quotarsi fu Intel, quella che oggi è conosciuta come la più importante azienda produttrice di microprocessori e non solo.

Oggi l’indice tech è il benchmark per il mondo della tecnologia, nacque come un mercato alternativo per accogliere quei titoli che non avevano il pedigree per poter essere scambiate sulla più prestigiosa piazza del NYSE, il New York Stock Exchange.

Il NASDAQ 100 è oggi il mercato più importante negli Stati Uniti per volume e per scambi, ma anche per i nomi delle società che ospita, proprio i colossi tecnologici che oggi sono i più importanti per dimensione al mondo, i FAANG, che sono parte della nostra vita quotidiana: Apple, Google e Amazon tra gli altri.


NASDAQ 100: l’importanza per mercati e investitori

L’indice NASDAQ 100, che raccoglie le 100 società per capitalizzazione presenti sul mercato esclusi titoli finanziari, è diventato il simbolo della rivoluzione tecnologica, cresciuto al punto che il Dow Jones, l’indice dello sviluppo industriale americano, è decisamente meno performante.

Negli ultimi anni l’indice infatti ha registrato rendimenti migliori sia del Dow Jones Industrial Average che dell’S&P 500 (clicca qui per i migliori rendimenti del NASDAQ 100), fenomeno che ha portato persino la banca centrale USA, la Federal Reserve, ad includere il NASDAQ 100 all’interno dei suoi report e delle sue considerazioni sullo stato dell’economia a stelle e strisce.

Proprio per questo motivo, alla luce delle recenti turbolenze dei mercati dovute non solo agli sviluppi della pandemia, ma anche dei rendimenti obbligazionari oltreoceano, l’indice funge da termometro per i grandi investitori.

 

I rendimenti USA spaventano i mercati

I rendimenti obbligazionari USA continuano ad essere al centro dell’attenzione degli operatori dei mercati finanziari. I tassi stanno aumentando e i segnali di inflazione imminente stanno colpendo gli indici azionari. Il rendimento dell’indice S&P 500 e quello dei T-Note hanno raggiunto il medesimo valore, dunque gli investitori stanno cominciando a perdere attrattività per il comparto equity.

Inoltre è da tempo che ci si sofferma sul fatto che il settore tecnologico USA sia in bolla, come la dot com, quella avvenuta negli anni 2000. La questione quindi è oggetto di profonde riflessioni da analisti e dagli operatori dei mercati finanziari.

Di recente Garfield Reynolds (Bloomberg News) ha fatto proprio un focus sulle azioni tecnologiche, ragionando in particolare sullo spread tra il forward Price/Earnings del NASDAQ 100 e dell’indice S&P 500. Il forward P/E è il rapporto tra prezzo di un’azione e utili previsti dall’azienda che ha emesso quell’azione per l’anno a venire. Ma quindi cosa emerge da questo indicatore? Vediamolo.


Borse USA: spettro bolla per le aziende tecnologiche

Le azioni tecnologiche sembrano aver raggiunto il massimo per questo ciclo: gli investitori, infatti, si stanno concentrando su quegli asset che, nelle loro attese, beneficeranno di più di un ritorno alla normalità dopo la pandemia di Coronavirus.

Nonostante la carenza di semiconduttori evidenzi una forte domanda legata alla produzione delle aziende tecnologiche, le valutazioni accattivanti determinate dalla "stay at home" economy e dal massiccio operato delle Banche centrali che hanno inondato ulteriormente i mercati di liquidità sembrano essere arrivate al capolinea.

Lo spread tra il forward P/E del NASDAQ 100 e l’indice S&P 500 appare in stallo, a circa 7 punti di premio, dopo aver raggiunto il massimo dall’inizio del 2008, ma non è tutto: c’è anche il rapporto tra NASDAQ 100 e S&P 500 che fornisce un ulteriore warning.

Secondo Reynolds, lo scorso luglio il rapporto NASDAQ 100/S&P 500 ha superato il picco raggiunto durante la bolla delle dot-com. Dunque ci si può aspettare un rendimento inferiore alle aspettative per il benchmark azionario del settore tecnologico che probabilmente tenderà a sottoperformance l’S&P 500.

 

NASDAQ 100: cosa dice l’analisi tecnica

La struttura tecnica rialzista dell’indice NASDAQ 100 ha mostrato un importante segnale di debolezza nelle ultime sedute in scia al ribasso dei listini azionari USA. In particolare, con l’ultimo movimento ribassista partito da area di top a 13.900 punti i corsi hanno violato l’importante livello supportivo espresso dalla trendline ascendente che conta il minimo di marzo e novembre 2020, ora transitante a 13.260 punti. Questa trendline che conta il minimo registrato a marzo 2020, allo scoppio della pandemia di Covid-19, è stata un sostegno fondamentale per i corsi durante il rally post covid.

Ora la sua rottura, che arriva in un momento particolare per le borse, farebbe pensare che il rally sia finito. Evidentemente non possiamo averne una certezza e sappiamo tutti che l’azionario ha un bias rialzista, ma i molteplici indicatori di warning vanno presi in considerazione.

Nel breve termine la situazione peggiorerebbe ulteriormente con un cedimento dei 12.500 punti, livello di concentrazione di domanda importantissimo nel medio termine. Valicato questo sostegno i corsi avrebbero molto spazio di manovra al ribasso, potenzialmente fino alla successiva area supportiva che conta i minimi di settembre e novembre 2020 a 10.950 punti. La positività ritornerebbe con un superamento dei 13.500 punti.

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