L'indice S&P 500 ha chiuso il mese di luglio segnando la sua migliore performance degli ultimi due anni, da quando cioè è scoppiata la pandemia. Il principale indice americano si è riscattato parzialmente limitando il passivo di un primo semestre disastroso, che lo aveva confinato in un mercato ribassista. Questo si configura quando il calo oltrepassa il 20% dai massimi.
A determinare lo sprint di questo mese ha contribuito molto la Federal Reserve, che è sempre quella a fare il bello e il cattivo tempo nei mercati. Nell'ultima riunione del 26-27 luglio, il
FOMC ha deciso per un rialzo di 0,75 punti percentuali dei tassi d'interesse, il secondo consecutivo di tale portata. Questo era già stato abbondantemente incorporato nei prezzi, a differenza del messaggio che ha lanciato in conferenza stampa il Governatore
Jerome Powell e che ha riacceso l'entusiasmo degli investitori.
Il numero uno della Fed ha riferito che il ritmo dei rialzi potrebbe iniziare a rallentare a partire dal mese di settembre. Tutto ciò è stato tradotto in due modi: l'inflazione è destinata a scendere e l'istituto monetario si preoccupa per un rallentamento dell'economia USA. In entrambi i casi, la Banca Centrale sarà meno aggressiva, per la gioia dei mercati.
Wall Street: cosa succederà nei prossimi mesi?
Il punto adesso è stabilire che cosa succederà più avanti. Tecnicamente gli Stati Uniti sarebbero già in recessione, dal momento che per due trimestri consecutivi hanno riportato una crescita negativa. Tuttavia, è difficile immaginare un Paese in contrazione quando il tasso di disoccupazione è appena al 3,6%. Il prossimo meeting della Fed sarà a settembre, quindi vi sono ancora due mesi di tempo affinché il mercato metabolizzi tutto quanto e nel frattempo arrivino dati macroeconomici che schiariscono di più il quadro generale.
In alcuni analisti e investitori comunque prevale la cautela. L'inflazione rimane pur sempre ai massimi da 40 anni e la Fed e le altre Banche Centrali avranno fretta ad aumentare il costo del denaro, trasferendo nervosismo e incertezza ai mercati. Brian O'Reilly, responsabile della strategia di mercato di Mediolanum International Funds, pensa che il rimbalzo delle azioni svanirà in quanto il contesto economico è piuttosto rischioso e non ci sono segnali effettivi che l'inflazione stia raggiungendo il picco.
Dello stesso avviso sono gli strateghi di Barclays, che hanno avvertito come la forte performance di luglio delle azioni potrebbe essere riportata con i piedi per terra da un'inflazione che rimane elevata. "Le prospettive fondamentali rimangono offuscate dal drammatico rallentamento dell'economia e dagli alti prezzi dell'energia. Sembra ottimista credere che la Fed possa presto invertire la rotta", hanno scritto in una nota ai clienti.
Questi messaggi fanno eco a quello di pochi giorni fa, lanciato da Mike Wilson, Chief U.S. Equity Strategist e Chief Investment Officer di Morgan Stanley, che ha addirittura definito i rialzi di Wall Street una trappola da cui gli investitori devono ben guardarsi.