Oggi si apre la due giorni di riunioni della
Federal Reserve che si concluderà con la conferenza stampa del governatore
Jerome Powell nella serata di mercoledì. Non ci dovrebbero essere modifiche sui tassi d'interesse, che dovrebbero essere confermati nell'intervallo 5,25%-5,5%. Quello che gli investitori e gli operatori di mercato osserveranno con attenzione è ciò che la Banca centrale americana dirà in merito al
possibile rialzo, prima della fine dell'anno, di un altro quarto di punto.
Il mercato sta scontando l'ultima stretta, dopo una serie infinita partita a marzo 2022 per cercare di contrastare l'inflazione più aggressiva degli ultimi quattro decenni. Il Summary of Economic Projections (SEP) del
FOMC indica un
aumento dello 0,25% entro dicembre 2023, ma le proiezioni si riferiscono al 14 giugno, mentre le nuove verranno aggiornate proprio questa settimana.
Nel frattempo è passata molta acqua sotto i ponti. L'inflazione si è avviata più decisa verso l'obiettivo di lungo termine della Fed del 2%, sebbene nell'ultima lettura riferita al mese di agosto abbia rialzato la testa attestandosi al 3,7%. L'economia ha tenuto meglio del previsto e il mercato del lavoro ancora si mantiene forte. Ciò fa pensare che una recessione possa essere evitata o quantomeno l'economia si indirizzi verso un atterraggio morbido. Tutte cose di cui la Fed inevitabilmente terrà conto.
Fed: quando avverrà il primo taglio dei tassi?
Il punto però che potrebbe davvero cambiare il corso dei mercati finanziari con il meeting di settembre si riferisce a quando la Fed inizierà a tagliare i tassi d'interesse. Non sarà facile catturare dal messaggio del FOMC o dalle parole di Powell flash su un vero cambiamento della politica monetaria. Fino ad oggi, i funzionari dell'istituto monetario hanno lasciato trapelare il messaggio che, se l'inflazione stenta ad abbassarsi, il costo del denaro potrebbe essere lasciato a livelli alti più a lungo di quanto il mercato si aspetta.
Ma sarà davvero così? In questo momento, i futures stanno scontando le prime sforbiciate a inizio del 2024, per un totale di quattro alla fine del prossimo anno. Gli economisti sono più cauti.
Secondo John Ryding, capo consigliere economico di Brean Capital e osservatore di lunga data della Fed, aspettarsi "quattro tagli di tassi di interesse di un quarto di punto il prossimo anno potrebbe essere un po' troppo". L'esperto reputa più facile per la Banca centrale tenere fermi i tassi per un certo tempo e tagliare quando è necessario farlo. "L'ultima cosa che i responsabili politici vorrebbero fare è dover alzare di nuovo i tassi dopo averli abbassati prematuramente, una correzione che la Fed ha adottato nel corso del 1970. Tagli prematuri potrebbero anche favorire l'instabilità finanziaria, soprattutto se dovessero innescare rally degli asset rischiosi che allenterebbero eccessivamente le condizioni finanziarie", ha detto.
A lasciare poche speranze è Nouriel Roubini, il grande economista famoso per molte previsioni catastrofiche - anche se a volte azzeccate - sull'economia e sulla finanza. Il professore di economia e affari internazionali presso la Stern School of Business della New York University ha affermato che sul versante dell'inflazione, la situazione negli Stati Uniti è migliore rispetto a quella nell'Unione Europea e in Gran Bretagna. Tuttavia, "aspettarsi un taglio dei tassi all'inizio del 2024 è sbagliato", in quanto "la Fed potrebbe aver bisogno di aumentare ulteriormente il costo del denaro". Il 65enne originario di Istanbul ha detto anche che il primo taglio potrebbe arrivare nella seconda parte del prossimo anno.