Il presidente degli Stati Uniti
Donald Trump e il governatore della
Federal Reserve (Fed)
Jerome Powell non si sono mai amati. Già durante la prima amministrazione Trump sono partiti strali tra i due personaggi di spicco della scena politica ed economica statunitense.
E le schermaglie ora non sono sparite. Il motivo è sempre lo stesso: il leader repubblicano vuole tassi di interesse bassi per rilanciare la crescita, mentre il capo della Banca centrale - che peraltro è stato nominato proprio da Trump - deve prestare attenzione all'inflazione.
All'epoca il tycoon accusò Powell di arrecare danno all'economia statunitense con la sua politica monetaria, in quanto il costo del denaro più alto rispetto ad altri Paesi produceva l'effetto di rafforzare troppo il dollaro e far perdere competitività ai prodotti americani nel commercio internazionale.
Durante il nuovo mandato, Trump è tornato alla carica contro Powell, reo questa volta di non aver saputo gestire l'inflazione galoppante degli ultimi anni. Il banchiere 72 enne ha sempre rivendicato l'indipendenza della Fed. I due ora sono ai ferri corti, al punto che agli osservatori di mercato sorge una domanda insistente: Trump può licenziare Powell prima della scadenza del suo mandato?
Cosa dice la legge
Sull'argomento esercita un peso rilevante una sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti del 1935, nota come Humphrey's Executor, secondo cui il Congresso fornisce ai commissari della Federal Trade Commission (FTC) alcune tutele che proteggono dal licenziamento, a meno di comportamenti negligenti o illeciti.
Il caso emerse dopo che il presidente americano Franklin Delano Roosevelt licenziò il commissario repubblicano della FTC William Humphrey. Quest'ultimo morì prima che la sfida legale fosse risolta, ma il contenzioso andò avanti.
Tre mesi dopo arrivò la decisione della Corte e il Congresso approvò una legge che ha aperto una strada all'indipendenza delle agenzie governative. Nella fattispecie della Fed, quindi, i governatori non possono essere licenziati, tranne che per giusta causa. Powell è stato molto chiaro su una sua eventuale rimozione ogni volta che sul tema è stato chiamato in causa. "Non è consentito dalla legge", ha detto.
Fed: come finirà lo scontro Trump-Powell?
Le discussioni però sono tornate alla ribalta questo mese, allorché Trump ha licenziato i due commissari democratici della FTC, Alvaro Bedoya e Rebecca Kelly Slaughter, sfidando la legge del 1935. La reazione degli interessati è stata forte, con Slaughter in particolare che ha intenzione di fare causa. Il punto è che ciò ha ramificazioni con quanto potrebbe accadere alla Fed. "Non c'è alcuna differenza legale tra Jerome Powell e me", ha detto la (ex) commissaria. "Se il presidente può rimuovermi legalmente, può farlo anche con Powell".
In verità, i due casi citati non sono gli unici che hanno investito l'amministrazione Trump da quando è entrata in carica. L'inquilino della Casa Bianca ha cercato di fare fuori i membri democratici del National Labor Relations Board, del Merit Systems Protection Board e di un gruppo indipendente per la sicurezza nazionale.
Le vicende sono finite in tribunale e i giudici federali hanno ordinato il reintegro dei funzionari. Il contenzioso però non è finito, perché il governo USA ha fatto appello e la Corte sta valutando se consentire o meno l'entrata in vigore dei licenziamenti. Nel caso ci fosse il rifiuto dell'autorità giudiziaria, a quel punto tutto verrebbe demandato al giudizio della Corte Suprema.
Tornando agli ultimi licenziamenti attinenti ai commissari della FTC, il dubbio è se un eventuale ribaltamento della legge del 1935 possa applicarsi anche alla Fed. L'incertezza deriva da quanto ha lasciato intendere lo scorso anno la Corte Suprema, che potrebbe vedere l'indipendenza della Banca centrale in modo diverso. "La Fed è un'istituzione unica con un background unico", ha affermato il giudice Samuel Alito.
Tuttavia, la legge potrebbe non essere l'unico ostacolo per Trump nell'eventualità di voler licenziare Powell. Il presidente USA dovrà fare i conti anche con i mercati. Gli investitori hanno paura di una Banca centrale che non esercita un controllo indipendente sull'inflazione e sull'occupazione degli Stati Uniti. Soprattutto in questo periodo in cui la politica commerciale di Trump basata sui dazi rischia di far precipitare il Paese in una condizione di stagflazione.
"La realtà è che l'indipendenza della Fed viene sostenuta, non dal rispetto dello stato di diritto o di un precedente giudiziario consolidato da tempo, ma piuttosto dalla reazione dei mercati", ha affermato Aaron Klein, senior fellow presso la Brookings Institution. "Trump ha troppa paura di ciò che farebbe ai mercati finanziari globali per cercare di prendere il controllo della Fed".
Dello stesso avviso è Michael Feroli, capo economista statunitense di JPMorgan Chase. "La stabilità dei prezzi e la bassa inflazione diventano molto più difficili senza una Fed indipendente. Uno dei vantaggi dell'indipendenza della Fed è che, rimuovendo la Banca centrale dal ciclo politico, c'è meno pressione a sacrificare la stabilità dei prezzi a lungo termine per uno stimolo a breve termine. Una minaccia all'indipendenza della Fed sarebbe presa molto male", ha affermato.