Il 2023 è stato un anno particolarmente importante per la Federal Reserve: il processo di normalizzazione dei tassi si è concluso in quota 5,25%-5,50% ed ora il mercato inizia a scommettere su quando assisteremo al primo taglio dei tassi. Il costo del denaro USA, stando alle rilevazioni del CME FedWatch Tool, resterà al livello attuale con una probabilità di poco inferiore al 92% al termine del meeting di gennaio mentre nella riunione del 20 marzo sarà ridotto di 25 punti base con una probabilità del 65%.
Meeting 31 gennaio - 1 febbraio
Nel primo meeting del 2023, il FOMC (FOMC: cosa è e da chi è composto il braccio operativo della Fed) ha alzato i tassi di 25 punti base al 4,5-4,75%. “Il Comitato prevede che
i continui aumenti dell'intervallo obiettivo saranno appropriati per raggiungere un orientamento della politica monetaria sufficientemente restrittiva da riportare l'inflazione al 2%. Nel determinare l'entità dei futuri aumenti dell'intervallo obiettivo, il Comitato terrà conto del politica monetaria, dei ritardi con cui la politica monetaria influisce sull'attività economica e sull'inflazione, nonché dell'andamento dell'economia e dell'inflazione, nonché degli sviluppi economici e finanziari”.
Meeting 21-22 marzo
Nuovo incremento dei tassi di 25 punti base, che salgono nel range 4,75-5%. “Il Comitato prevede che potrebbe essere opportuno un ulteriore irrigidimento della politica per raggiungere un orientamento di politica monetaria sufficientemente restrittivo da riportare l'inflazione al 2%”.
Meeting 2-3 maggio
Terzo incremento, in altrettanti meeting, del 2023. I toni, nel comunicato della Fed, iniziano ad ammorbidirsi: “nel determinare la misura in cui un ulteriore inasprimento delle politiche potrebbe essere appropriato per riportare l'inflazione al 2% nel tempo, il Comitato terrà conto dell'inasprimento cumulativo della politica monetaria, dei ritardi con cui la politica monetaria influisce sull'attività economica e sull'inflazione e degli sviluppi economici e finanziari”.
Inoltre, il Comitato “continuerà a ridurre le proprie disponibilità di titoli del Tesoro, di debito delle agenzie e di titoli garantiti da ipoteca delle agenzie, come descritto nei piani precedentemente annunciati”.
Meeting 13-14 giugno
La Fed dice stop e conferma i tassi nella forbice 5%–5,25%. “Il mantenimento dell'intervallo di oscillazione in questa riunione consente al Comitato di valutare ulteriori informazioni e le loro implicazioni per la politica monetaria”.
Meeting 25-26 luglio
I tassi tornano a salire, ma ormai siamo arrivati in vetta: +0,25% al 5,25%-5,50%. “Il Comitato è pronto ad adeguare l'orientamento della politica monetaria se emergessero rischi che potrebbero ostacolare il raggiungimento dei suoi obiettivi. Le valutazioni del Comitato terranno conto di un'ampia gamma di informazioni, tra cui le letture delle condizioni del mercato del lavoro, le pressioni e le aspettative inflazionistiche e gli sviluppi finanziari e internazionali”.
Meeting 19-20 settembre
Tassi fermi. “Il Comitato ha deciso di mantenere l'intervallo obiettivo per il tasso dei fondi federali al 5-¼ - 5-½ per cento. Il Comitato continuerà a valutare le informazioni aggiuntive e le loro implicazioni per la politica monetaria. Nel determinare l'entità dell'ulteriore inasprimento della politica che potrebbe essere appropriato per riportare l'inflazione al 2% nel tempo, il Comitato terrà conto dell'inasprimento cumulativo della politica monetaria, dei ritardi con cui la politica monetaria influisce sull'attività economica e sull'inflazione e degli sviluppi economici e finanziari”.
Meeting 31 ottobre - 1 novembre
Seconda conferma consecutiva dei tassi: ormai i mercati sono coscienti del fatto che i saggi hanno terminato la loro parabola rialzista e quindi iniziano le scommesse su quando assisteremo alla prima stretta. In questo contesto, i mercati azionari spiccano il volo.
Meeting 12-13 dicembre
Il 2023 si chiude con tassi confermati al 5,25-5,5%. “Gli indicatori recenti suggeriscono che la crescita dell'attività economica è rallentata rispetto al ritmo sostenuto del terzo trimestre. L'aumento dei posti di lavoro è diminuito rispetto all'inizio dell'anno, ma rimane forte e il tasso di disoccupazione è rimasto basso. L'inflazione si è attenuata nell'ultimo anno, ma rimane elevata”.