Warren Buffett: cosa c'è da sapere sull'acquisto di GEICO | Investire.biz

Warren Buffett: cosa c'è da sapere sull'acquisto di GEICO

16 ott 2024 - 14:00

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GEICO rappresenta uno dei grandi acquisti storici di Warren Buffett. Ecco tutto quello che c'è da sapere sull'operazione dell'oracolo di Omaha

Warren Buffett ha acquistato le azioni GEICO a metà degli anni '70 quando la compagnia di assicurazione era sull'orlo del fallimento, ma il leggendario investitore seguiva l'azienda da almeno un quarto di secolo. La Government Employes Insurance Company, abbreviata in GEICO, fu fondata nel 1936 dal contabile assicurativo Leo Goodwin. La sua idea era quella di assicurare solamente gli automobilisti con una bassa probabilità di causare incidenti e questi furono individuati negli impiegati statali. Inoltre, Goodwin decise di vendere le polizze per corrispondenza, in modo da risparmiare le provvigioni degli agenti che andavano dal 15% al 20% il premio incassato. La formula piacque al banchiere Cleaves Rhea, che fu convinto da Goodwin a diventare suo socio. Quindi la società fu costituita con un capitale iniziale di 100 mila dollari, dove Rhea aveva il 75% delle azioni e Goodwin il 25%.
 
All'inizio degli anni '50, quando era ancora studente alla Columbia University, Buffett decise di andare a visitare l'azienda nella sede di Washington e fu accolto dal rappresentante delle vendite, poi diventato presidente, Lorimer Davidson. Quel giorno Buffett trascorse cinque ore in azienda e domandò di tutto, uscendo da lì con un bagaglio di conoscenze importante. Tornato a Omaha, nella società di investimento del padre, consigliò ai clienti di acquistare le azioni GEICO in quanto rimase colpito dalle eccellenze della compagnia. Buffett decise anche di mettere denaro di tasca sua, investendo 10 mila dollari. Tuttavia, vendette le azioni l'anno dopo realizzando un guadagno del 50% e per un bel po' di anni non fece altri acquisti. 
 

Warren Buffett: come arrivò a comprare le azioni GEICO

Quella del giovanissimo Buffett fu quindi una parentesi nell'acquisto delle azioni GEICO che si sarebbe riaperta diverso tempo dopo. Intanto la compagnia continuava a macinare utili e nel decennio tra il 1960 e il 1970 conobbe il suo massimo splendore. Tuttavia, il grande successo dell'azienda cominciò a scricchiolare quando alla fine degli anni '60 essa si trovò a svalutare riserve per 10 milioni di dollari, che portarono a una perdita di bilancio piuttosto che a un utile previsto di 2,5 milioni di dollari. La situazione di sottostima delle riserve si ripeté l'anno seguente, con un passivo ancora più corposo.
 
La prima parte degli anni '70 fu disastrosa, con l'azienda che nel 1972 avviò un piano di investimenti molto costoso in immobili, attrezzature informatiche e personale in modo da decentralizzare il business. Soprattutto, la concorrenza agguerrita spinse il management a modificare il suo modello di business. In sostanza, GEICO allargò la platea dei soggetti assicurabili, assumendosi un rischio maggiore. Ad esempio, furono assicurati anche operai e automobilisti sotto i 21 anni di età. Il risultato però fu che le perdite aumentarono. Così, nel 1975 la compagnia annullò il dividendo di 0,80 dollari per azione e cercò la soluzione nell'aumento del capitale per far fronte a una crisi di liquidità.
 
In Borsa le azioni GEICO reagirono di conseguenza. Dopo un picco di 61 dollari nel 1972, il titolo si dimezzò di valore nel 1973 e sprofondò a 10 dollari nel 1974. Quando l'anno successivo furono annunciate ulteriori perdite e le azioni raggiunsero quota 7 dollari, gli azionisti insorsero accusando addirittura di frode la società. Quello fu il classico caso di cattiva gestione del management, che all'epoca addossò la colpa del disastro a eventi esterni come l'inflazione e alle spese legali per le richieste di risarcimento. Tuttavia, queste erano problematiche comuni a tutte le compagnie.
 
La realtà era un'altra. GEICO cambiò la sua politica assicurando persone con una rischiosità di danno maggiore, trovandosi quindi a dover corrispondere somme superiori al passato sotto forma di risarcimento. Inoltre, le spese importanti sostenute per ristrutturare l'azienda alla fine aumentarono i costi fissi pesando sulla redditività aziendale. Nel 1976 le azioni a Wall Street raggiunsero un minimo di 2 dollari e fu quello il momento in cui entrò in campo Warren Buffett.
 
 

Warren Buffett: l'acquisto di GEICO

Dopo 26 anni Buffett tornava a comprare le azioni di GEICO e lo fece in un momento in cui l'azienda aveva poche speranze di salvarsi. Attraverso la Berkshire Hathaway, l'oracolo di Omaha investì 4,1 milioni di dollari per 1.294.308 azioni ordinarie a un prezzo medio di 3,18 dollari. A ciò si aggiunse un investimento di 19,4 milioni in azioni privilegiate convertibili, che convertì nel 1978. Non finì lì, perché Buffett continuò a investire, raggiungendo nel 1980 un totale di 47 milioni di dollari per 7,2 milioni di azioni a un prezzo medio di 6,67 dollari. Quell'anno le azioni si apprezzarono a tal punto che il suo investimento valeva 105 milioni di dollari, il che significava un guadagno del 123%. La Berkshire Hathaway era proprietaria di un terzo del capitale di GEICO.
 
 

Warren Buffett: ecco perché ha comprato GEICO

In una prima analisi, l'acquisto di GEICO da parte di Warren Buffett contraddice alcuni suoi principi nella valutazione di una società sulla quale investire. Ad esempio, il 94enne miliardario non ama molto quelle aziende dove vi è un'inversione di rotta nel business, perché di norma a suo avviso questo produce risultati scadenti. Inoltre, Buffett in genere guarda con un certo sospetto quelle imprese che producono un bene indifferenziato e tra queste rientrano gli assicuratori.
 
Allora cosa ha spinto il re del value investing a puntare su una società che peraltro era in gravi difficoltà? Intanto, Buffett non considerava GEICO un malato terminale, perché comunque c'erano molti automobilisti prudenti interessati ad assicurarsi e che potevano garantire utili alla compagnia. Per di più, l'azienda aveva un vantaggio nei confronti della concorrenza dettata dai prezzi più bassi per via della vendita per corrispondenza. Quindi, i punti di forza c'erano ancora. Semmai i problemi erano nati allorché la gestione operativa e finanziaria lasciò molto a desiderare.
 
Nel 1976 però avvenne un cambiamento importante nel management: John Byrne assunse il controllo e presentò un piano di salvataggio che piacque a Buffett. Il programma prevedeva un aumento di capitale, contratti di riassicurazione con altre compagnie per limitare il rischio, e un taglio dei costi attraverso la chiusura di uffici e il licenziamento del personale. Il ridimensionamento dell'azienda all'inizio fu traumatico e nel 1976 il bilancio chiuse con una perdita di 126 milioni di dollari. L'anno dopo - il primo interamente gestito da Byrne - però ci fu il riscatto tanto atteso: l'azienda produsse un utile di 58,6 milioni di dollari. Seguirono anni brillanti e il dividendo passò da 0,09 dollari del 1980 a 0,60 dollari del 1992, con un incremento annuale del 21%.
 
Il management aveva mostrato le grandi capacità che solitamente Buffett cerca quando deve valutare un'azienda, ma in aggiunta a tutto ciò era stato onesto e trasparente verso la società che amministrava. Una condizione, questa, imprescindibile per il guru della finanza. 
 
Al di là di tutto, Buffett aveva visto comunque un valore intrinseco di GEICO molto maggiore rispetto al suo valore di mercato. Quando investì nel 1976, l'azienda aveva una capitalizzazione di 296 milioni di dollari. Secondo le sue valutazioni però il valore reale - calcolato attualizzando l'owner earning (utile netto più ammortamenti e deprezzamenti e meno il Capex) al tasso dei buoni del Tesoro a lungo termine - arrivava a 500 milioni di dollari. Ipotizzando poi un incremento degli utili al 2% annuo, Buffett otteneva un valore di 600 milioni di dollari, praticamente il doppio rispetto al prezzo di mercato. Ancora oggi GEICO è una componente molto importante del portafoglio di investimento della Berkshire Hathaway.
 
 
 
 

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