Genio, guru, maestro di vita, filantropo... Non sono forse mai abbastanza gli aggettivi per descrivere
Warren Buffett, autentica icona della finanza mondiale. Partendo dalla vendita di gomme da masticare Wrigley's e bottiglie di Coca-Cola quando frequentava le elementari a Omaha, passando attraverso una quantità innumerevoli di lavori svolti mettendo in evidenza la sua creatività, Buffett ha costruito un impero con il suo conglomerato finanziario
Berkshire Hathaway. La società è una holding che investe in tante aziende smistate in varie settori: dall'assicurazione alle ferrovie, al petrolio, ai beni di largo consumo.
Il 93enne del Nebraska ha raggiunto un
patrimonio personale stimato in circa 120 miliardi di dollari e risulta la decima persona più ricca del mondo alla fine di giugno 2024 secondo la
classifica del Bloomberg Billionaires Index. L'aspetto più interessante del personaggio è che ha promesso di devolvere in beneficenza oltre il 99% della sua fortuna.
Insieme a
Bill Gates ha fondato la
Giving Pledge, convincendo circa 200 miliardari in oltre 20 Paesi a destinare per attività filantrope almeno la metà del loro patrimonio accumulato nel corso della loro vita. Questo significa che il lavoro di Buffett non è ispirato principalmente dal guadagno, ma soprattutto dalla passione che lo coinvolge e lo spinge a fare qualcosa per aiutare gli altri.
In questo, il grande investitore ha richiamato un vecchio proverbio cinese: "Se vuoi essere felice per un'ora fai un sonnellino, se vuoi essere felice per un giorno vai a pescare, se vuoi essere felice per un anno eredita una fortuna, se vuoi essere felice per tutta la vita aiuta qualcuno".
Warren Buffett: 10 consigli che valgono oro
Ogni anno Warren Buffett pubblica una lettera agli azionisti in occasione della presentazione del bilancio annuale di Berkshire Hathaway. Nella lettera spesso dispensa pillole di saggezza non solo in tema di investimenti ma anche in relazione alla vita di tutti i giorni. Di seguito vediamo 10 tra gli innumerevoli consigli preziosi dell'oracolo di Omaha.
Comprare a prezzi bassi
Comprare a prezzi bassi è uno dei grandi slogan di Buffett negli investimenti. Sembra una banalità ma all'atto pratico non lo è. Uno dei primi e più significativi colpi dell'investitore fu quello di American Express nel gennaio del 1964.
Il colosso delle carte di credito americano fu travolto da una questione di frode in quel periodo per via di una società che aveva contribuito a finanziare, la Allied Crude Vegetable Oil Refining Company. Le azioni di American Express crollarono da 65 a 37 dollari.
Secondo Buffett quello scandalo era grave ma non un problema insormontabile. Approfittando del prezzo basso, il guru della finanza comprò il titolo intorno al minimo storico e lo rivendette circa cinque anni dopo a un prezzo di oltre cinque volte superiore. Questa operazione ha fatto parte di un fil rouge che nel tempo ha legato molte altre imprese di questo tenore.
I dividendi vanno pagati solo da aziende senza opportunità di crescita
Berkshire Hathaway non ha mai pagato i dividendi, perché Buffett ha sempre preferito reinvestire gli utili nelle attività aziendali facendo guadagnare gli azionisti dalla crescita del prezzo delle azioni. In realtà, Buffett non è del tutto contrario ai dividendi come molti pensano.
A suo avviso, tutto dipende dal tipo di azienda. Quelle che hanno nuove e interessanti opportunità di profitto dovrebbero aspettare a pagare le cedole, mentre le aziende senza nuove opportunità dovrebbero distribuire la maggior parte degli utili sotto forma di dividendi.
Non vendere mai allo scoperto
La vendita allo scoperto permette di guadagnare quando il prezzo delle azioni scende. In sostanza, l'investitore prende in prestito dei titoli vendendoli sul mercato per poi riacquistarli a prezzo - si spera - più basso, restituendo i titoli stessi al prestatore. Buffett sconsiglia questa operazione perché è molto difficile azzeccare le tempistiche giuste quando si entra e si esce da un investimento.
Una volta ha dichiarato: "Avevamo un centinaio di idee sui titoli giusti da vendere allo scoperto. Probabilmente il 95% di essi era effettivamente una buona idea, ma non penso ci avremmo guadagnato un soldo, perché è troppo difficile".
Abbiate paura quando gli altri sono avidi, siate avidi quando gli altri hanno paura
Questa frase prende spunto dall'insegnamento del suo mentore Benjamin Graham, che diceva una cosa simile ossia :"L'investitore intelligente è colui che vende agli ottimisti e compra dai pessimisti". Nella lettera agli azionisti del 1986, Buffett scriveva la frase che viene evocata periodicamente negli ambienti finanziari. "Cerchiamo di avere paura quando gli altri sono avidi e di essere avidi quando gli altri hanno paura".
Un ampio fossato è essenziale per il successo di un'azienda nel lungo periodo
Scegliere un'azienda redditizia può essere una buona soluzione, ma c'è una cosa di cui bisogna tener conto: quanto la concorrenza potrà sottrarre quegli utili prodotti. In altre parole, se una società funziona, gli altri vorranno entrare nel settore e/o accaparrarsi una parte dei suoi clienti.
Per questo Buffett ritiene molto importante puntare su aziende che hanno trovato il modo per respingere la concorrenza, attraverso la produzione di utili costanti, di buoni margini di profitto e di una crescita nel tempo. In sostanza, bisogna cerca società che hanno intorno a sé un fossato. Un fossato è un corso d'acqua popolato da animali pericolosi, come i coccodrilli, che ne disincentiva l'avvicinamento.
La metafora serve proprio per far capire che l'azienda deve avere qualcosa in grado di tenere lontana la concorrenza, tipo il prezzo basso, il customer care, l'ottimo marketing, l'eccellente rete di distribuzione, un brevetto o qualsiasi altra caratteristica che rende l'azienda stessa unica per il mercato.
L'esempio emblematico di società che ha costruito intorno a sé un fossato è Coca-Cola. Chiunque può produrre bibite gassate, ma il colosso americano vanta una qualità del prodotto, una potenza del brand, una rete di marketing e distribuzione assolutamente inimitabili.
L'azienda peggiore è quella che cresce in fretta
Appare un'anomalia, ma a un'analisi più approfondita diventa una realtà. Secondo Buffett, un'azienda che cresce troppo in fretta ha bisogno di grossi capitali per stimolare la crescita, e poi guadagna poco o niente. Un esempio sono le linee aeree. "Qui nessuno ha mai ottenuto un vantaggio competitivo dai tempi dei fratelli Wright", scriveva Buffett nella lettera agli azionisti nel 2007.
Diversificare con 6 aziende eccellenti
Secondo Buffett è importante diversificare i propri investimenti, senza mettere tutte le uova in un paniere. Farlo eccessivamente però potrebbe essere controproducente. A suo avviso, se si indentificano sei aziende meravigliose, investire in una settima, anziché mettere soldi nella prima, sarebbe un errore gravissimo. Questa forma di diversificazione/concentrazione può ridurre il rischio ma, precisa Buffett, a patto di incrementare l'intensità dell'impegno e il livello di fiducia nelle aziende che si possiedono.
L'oro è un asset improduttivo
Buffett non ha mai amato l'oro. Questi è considerato un bene rifugio, soprattutto nei momenti in cui crollano i mercati azionari per ragioni economiche, finanziarie, geopolitiche, ambientali, ecc. Per tale ragione piace a molti investitori nell'ottica di una diversificazione.
Per Buffett invece è bello da guardare e si può usare per fare i gioielli, ma non ha un grande valore perché a differenza di altri asset, anche beni rifugio, non è produttivo. Prendiamo ad esempio altri porti sicuri. Gli immobili producono reddito attraverso la locazione; i titoli di Stato americani generano le cedole; il dollaro USA ha un rendimento dagli interessi. L'oro viceversa non produce nulla, quindi "non dovrebbe rappresentare una parte rilevante del portafoglio di investimento".
Comprare aziende con un monopolio naturale
Warren Buffett ha anche dei rimpianti in relazione alle sue scelte di investimento. Uno di questi è quello di non avere comprato Google, poi entrato sotto l'ala protettiva di Alphabet. Il motivo è che l'anziano miliardario non ha mai parteggiato per le imprese tecnologiche. Una delle sue massime è quella di acquistare le aziende che hanno una storia e che si capiscono; la tecnologia non soddisfa nessuno dei due requisiti per cui Buffett si lanci nelle azioni. Tuttavia, Google aveva i numeri per diventare un monopolio naturale. Questo si ha quando nel mercato si crea un solo venditore di un prodotto in maniera naturale e non tramite una regolamentazione. Perché ciò avvenga è necessario che quel prodotto abbia una serie di caratteristiche che lo rendono unico. In realtà Google non è l'unico motore di ricerca, ma la sua quota di mercato negli Stati Uniti si aggira intorno all'80%, quindi è come se lo fosse. Per questo, secondo Buffett, quando si individua una società che ha una qualche forma di monopolio naturale, bisogna investirci del denaro.
Perdere la reputazione è peggio che perdere soldi
Negli affari come nella vita, non c'è cosa peggiore che perdere la reputazione, ha sempre asserito Buffett. Se si perde denaro, il mercato mette nelle condizioni di recuperare, ma se si commettono atti che fanno venir meno la fiducia delle persone a quel punto è finita.
Quando prima del crash del 1987 a Wall Street, Buffett investì 700 milioni per comprare Salomon Brothers, poco dopo l'azienda fu coinvolta in un caso di manomissione di dati sulle aste del Tesoro USA. Il trader coinvolto andò in prigione, ma l'oracolo di Omaha ha rischiato di perdere l'intero investimento perché l'azienda fu travolta da un crollo soprattutto di fiducia.
A quel punto, per evitare il peggio, Buffett assunse la carica di presidente e cercò di rimediare al danno. Testimoniando al Congresso sul caso Salomon, egli pronunciò questa frase:"Se perdi soldi per l'azienda sarò comprensivo, ma se fai perdere all'azienda anche solo un briciolo di reputazione sarò spietato".