I dazi USA stanno alterando i rapporti commerciali non solo tra gli Stati Uniti e gli altri Paesi, ma anche tra le diverse nazioni. Un esempio su tutti riguarda le relazioni tra Cina e Messico. Secondo i dati della Rete accademica latinoamericana e caraibica sulla Cina, in ciascuno degli ultimi tre anni, gli investimenti diretti da parte di aziende cinesi in Messico hanno superato quota 2 miliardi di dollari. Una cifra doppia rispetto a quella di circa un decennio fa.
Durante la scorsa amministrazione Trump, Pechino aveva trovato il modo di aggirare le tariffe allora applicate dal presidente degli Stati Uniti delocalizzando la produzione nel vicino Messico e spedendo in USA da lì. In questo mandato,
Donald Trump ha trovato il modo per impedire che ciò avvenisse, applicando tasse del 25% sulle importazioni messicane. Risultato?
La Cina ha congelato gli investimenti in Messico.
Il colosso automobilistico cinese BYD, ad esempio, aveva in programma di costruire la sua prima fabbrica in territorio messicano, con un investimento di circa 600 milioni di dollari che avrebbe creato 10 mila posti di lavoro. Ora il progetto è in fase di stallo e difficilmente troverà uno sblocco con gli ultimi dazi USA del 25% sulle auto. "Tutta questa partita a scacchi geopolitica ha influenzato la volontà delle aziende cinesi di investire in Messico", ha detto Laura Acacio, manager di Jiangyin Hongmeng Rubber Plastic Product, nel corso di una recente intervista.
Dazi USA: i tentativi disperati del Messico
Il 2 aprile entreranno in vigore i dazi sulle auto, ma anche le tariffe generalizzate sul Messico. Queste ultime dovevano partire il 4 marzo, ma poi sono state procrastinate di un mese per vedere se ci fossero i margini per un accordo tra il governo americano e quello messicano su alcune questioni tra cui l'immigrazione e il fentanyl. A pochi giorni dalla deadline, non sembra che la questione possa essere dipanata.
L'impatto sul commercio Cina-Messico potrebbe quindi essere profondo. Secondo i dati della Banca centrale messicana, Pechino è diventato il secondo partner commerciale del Paese dopo gli Stati Uniti, con un controvalore di circa 140 miliardi di dollari all'anno. Il presidente del Messico, Claudia Sheinbaum, sta provando a convincere Trump di evitare una guerra commerciale insistendo sul fatto che il Paese nordamericano è in realtà vittima e non complice di alcune pratiche cinesi considerate sleali.
Il premier ha affermato che le importazioni cinesi a basso costo finiscono per danneggiare le industrie nazionali. Allo stesso tempo, Cindy Blanco, segretario allo sviluppo economico di Jalisco, lo stato messicano che ospita Guadalajara, ha dichiarato che al momento non si stanno cercando investimenti cinesi. "Siamo consapevoli delle implicazioni. Quindi stiamo cercando di avere un'agenda allineata con gli Stati Uniti", ha affermato. Tuttavia, queste dichiarazioni, che suonano un po' come appelli disperati, si scontrano al momento con un atteggiamento intrasigente di Donald Trump.