Il dollaro USA è il grande sconfitto nel mercato valutario di questo 2023. Da inizio anno il Dollar Index ha perso l'1,9%, ma è arretrato di oltre il 3% nell'ultimo mese. Inoltre, se si considera il picco del 2022, quando era spinto da una forza straripante, il biglietto verde ha perso circa il 10% nei confronti delle principali valute mondiali.
Cosa sta succedendo? Gli investitori hanno cominciato a liberarsi della valuta americana quando
sono aumentate le aspettative di un allentamento della morsa sui tassi d'interesse da parte della Federal Reserve. Dapprima tale attesa è stata supportata dal raffreddamento dell'inflazione e recentemente dall'arrivo della crisi bancaria. In pratica, si stanno creando le condizioni opposte a quelle che hanno determinato la potenza del dollaro lo scorso anno, quando una serie di aumenti dei tassi d'interesse avevano attirato gli investitori verso la divisa a stelle e strisce. In realtà, il biglietto verde in questo frangente funziona poco anche come bene rifugio, nonostante i motivi affinché gli investitori rifuggano le attività a rischio siano numerosi.
Dollaro USA: un problema per gli Stati Uniti in questo momento?
Il dollaro debole però rappresenta un problema per l'economia americana, in quanto rischia di alimentare l'inflazione. Le importazioni delle imprese statunitensi diventano più costose per l'effetto cambio; di conseguenza, questo potrebbe alimentare la crescita dei prezzi dei prodotti finali. L'inflazione finora è stata caratterizzata da uno strozzamento dell'offerta derivante prima dai vincoli post-Covid alla catena di approvvigionamento, e in seguito dalla crisi energetica scatenata dalla guerra Russia-Ucraina.
Ora il rischio è che l'inflazione venga sollecitata dall'abbondanza di liquidità. "C'è ancora la causa tradizionale dell'inflazione che è ancora viva: il denaro eccessivo stampato durante la pandemia dai banchieri centrali globali. Finché questa condizione ribassista è in vigore per il dollaro USA, ci aspettiamo che gli asset sensibili all'inflazione prezzati in dollari USA aumentino, in particolare azioni e materie prime inflazionistiche", ha affermato Brogan Group Equity Research.
Un altro fattore, legato all'indebolimento del dollaro e che potrebbe innescare un processo inflazionistico, è rappresentato dal
rialzo del prezzo del petrolio. La decisione a sorpresa dell'
OPEC+ di tagliare l'offerta del greggio ha spinto le quotazioni della materia prima oltre gli 80 dollari al barile. Il calo del dollaro non aiuta, per effetto del rapporto inverso che vi è con l'oro nero. In sostanza, quando la valuta americana scende, sale la domanda di petrolio da parte degli investitori non americani, che subiscono meno l'effetto cambio. Ciò fa crescere il prezzo del greggio, che a sua volta si riflette su quello dei beni a base di petrolio alimentando l'inflazione.
Dollaro USA: le opportunità di investimento
Un dollaro sotto tono non presenta solo problemi per gli investitori, ma anzi offre delle opportunità. Ad esempio, lo scorso anno molte multinazionali americane che producono buona parte dei loro profitti all'estero hanno dovuto sopportare perdite notevoli. Questo perché i guadagni espressi in valuta locale valevano di meno una volta convertiti in dollari USA.
Ora si configura la situazione opposta e quelle perdite diventano guadagni. Quindi, una buona possibilità è quella di investire in azioni di società la cui gran parte dell'attività si svolge al di fuori del territorio americano. Tra queste vi sono alcune big tech come Apple, Microsoft e Alphabet, che ottengono oltre la metà delle loro entrate all'estero.