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Elezioni britanniche: sistema di governo e legge elettorale

02 lug 2024 - 12:00

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Con le elezioni britanniche in arrivo, vediamo come funzionano il sistema di governo e la legge elettorale nel Regno Unito, mettendo in evidenza i poteri dei vari organi

Il 4 luglio 2024 si terranno le elezioni britanniche per il rinnovo del parlamento. Gli ultimi 14 anni sono stati caratterizzati da un governo sostenuto dai conservatori, o tories, facenti parte di uno schieramento di centro-destra. I vari primi ministri che si sono succeduti hanno lasciato un segno ben visibile durante la loro esperienza a Downing Street.
 
Ad esempio, nel 2016 il governatore David Cameron è passato alla storia per avere indetto un referendum che ha determinato l'uscita dalla Gran Bretagna dall'Unione europea. Mentre nel 2022 il capo del governo Liz Truss ha battuto il record di minore permanenza per un premier essendo rimasta in carica solamente 44 giorni.
 
Dai sondaggi, sembrerebbe che a spuntarla potrebbero essere i laburisti, parlamentari di centro-sinistra. Ma come sono il sistema di governo e la legge elettorale in Gran Bretagna? Ecco di seguito tutto quello che c'è da sapere.
 
 

Elezioni britanniche: il sistema di governo

La Gran Bretagna è una monarchia costituzionale parlamentare. Scindendo la definizione si estrapolano tre termini:
  • monarchia, vista la presenza di un monarca o sovrano;
  • costituzionale, su cui poggiano i diritti fondamentali del Paese che, a differenza delle Costituzioni di altri Paesi, non è scritta ma basata su statuti (come ad esempio la Magna Carta o l'Act of Settlement), trattati, decisioni giuridiche e altre fonti di natura consuetudinaria;
  • parlamentare, in cui l'organo legistlativo è costituito dalla Camera dei Comuni, o Camera Bassa, e dalla Camera dei Lord, o Camera Alta.
 
Le nazioni che fanno parte di questo sistema politico sono Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord, alle quali si aggiungono 14 territori d'oltremare, tra cui Gibilterra, Isole Falkland, Bermude, Isole Cayman e Isole Vergini Britanniche. 
 
Il governo esercita il potere esecutivo ed è guidato da un Primo ministro, per convenzione capo del partito che acquisisce la maggioranza in parlamento e nominato dal monarca. Nel parlamento, la Camera dei Comuni viene eletta dai cittadini ed è composta da 650 membri, suddivisi, storicamente, tra due partiti: il Partito Conservatore e il Partito Laburista.
 
La Camera dei Lord è rappresentata da membri non eletti, suddivisi tra: Lord spirituali, che sono religiosi e quasi interamente provenienti dalla Chiesa anglicana; Lord temporali, che sono aristocratici o dei "pari" scelti dai partiti. Un'altra differenza con la Camera dei Comuni è che il numero dei membri non è fisso, ma può variare a seconda di quelli ritenuti "idonei" tra membri a vita, ereditari e spirituali.
 
Il ramo dominante del parlamento è rappresentato dalla Camera dei Comuni, che è la sola a votare la sfiducia al governo. Inoltre, sebbene i disegni di leggi presentati dall'esecutivo o da singoli deputati debbano essere approvati da entrambe le camere, quella dei Lord non ha alcun potere sui provvedimenti di natura finanziaria.
 
Per quanto riguarda il ruolo del monarca, in Gran Bretagna il sovrano discende dalla dinastia dei Windsor e svolge un ruolo simile a quello simile al Presidente della Repubblica in Italia. Quindi, nomina il Primo Ministro, con cui ha un'udienza privata una volta a settimana, promulga o blocca una legge emanata dal parlamento - anche se questo vale più in teoria che in pratica dal momento che il sovrano non esercita questo diritto dal XVIII secolo - ed è capo delle forze armate. Il monarca è il capo dello Stato, tuttavia dal Bill of Rights del 1688 non ha sovranità completa, passata nel frattempo al parlamento.
 
 

Elezioni britanniche: il sistema elettorale

Abbiamo detto che l'unica camera del Parlamento a essere eletta direttamente dal popolo è quella dei Comuni. Il territorio britannico, composto da Inghilterra, Galles, Scozia e Irlanda del Nord, è diviso in 650 collegi dove in ognuno si vota per un candidato con il sistema uninominale maggioritario secco. Ciò significa che gli elettori possono esprimere una sola preferenza e non c'è alcun recupero dei voti dei candidati perdenti. Uno dei due partiti conquista la maggioranza assoluta se supera i 325 seggi e il capo di esso è nominato dal re per formare il nuovo governo.
 
Nel caso di "hung parliament", parlamento frammentato, dove nessun partito ha il quorum per controllare l'aula, viene comunque nominato Primo Ministro il leader del partito che ha ottenuto più eletti. Ha luogo quindi il cosiddetto governo di minoranza. Tuttavia, il capo del governo cerca l'appoggio di altri partiti per poter svolgere il suo incarico. Qui bisogna fare una precisazione.
 
In Gran Bretagna di base vige il bipartitismo come sistema parlamentare, ma la sua natura è stata messa in discussione a volte con l'emergere di altre forze politiche, come ad esempio nelle elezioni britanniche del 2010 quando ci fu un'affermazione dei Liberal Democrats, decisivi per la formazione di un nuovo governo. Qualora il primo ministro verifichi che non ci sono le condizioni per dar vita a un esecutivo, rinuncia all'incarico e il monarca assegna il compito al massimo esponente del secondo partito che ha ottenuto il maggior numero di seggi. Quest'ultimo verifica allo stesso modo se può esercitare la sua azione di governo cercando alleanze esterne.
 
In definitiva, il sistema elettorale britannico si basa sul principio "the winner takes it all", ossia il vincitore che ottiene più voti nel collegio prende tutto. Il fatto però di non lasciare spazio ai candidati perdenti ha prestato il fianco ad alcune polemiche. I critici hanno contestato il fatto che il partito vincitore alla fine potrebbe avere sulla carta il maggior numero di seggi in parlamento, ma meno voti in assoluto del diretto rivale. 
 
 
 

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