A causa della complessità del sistema elettorale statunitense, per conoscere il vincitore tra
Donald Trump e Kamala Harris alle elezioni USA del 5 novembre potrebbero volerci diversi giorni. In America, l'elezione del presidente non avviene in maniera diretta ma attraverso il
Collegio elettorale composto da 51 grandi elettori, tanti quanto sono gli Stati federali più il Distretto di Columbia (
Elezioni USA: ecco come viene eletto il presidente degli Stati Uniti).
In ogni Stato ci sono delle regole proprie che possono influire sul conteggio dei voti e sulla conoscenza dei risultati. È molto probabile che durante la procedura si creino i cosiddetti "miraggi", ossia un vantaggio di un candidato sulla base di un campione non rappresentativo dei primi voti conteggiati. Se è un repubblicano ad ottenere questo ingannevole vantaggio si parla di "miraggio rosso". Se si tratta di un democratico, abbiamo un miraggio blu". In aggiunta a questo, può determinarsi il caos delle elezioni contestate. Ciò implica che almeno fino alla riunione del Collegio elettorale non si conosceranno gli esiti.
Elezioni USA: cosa può causare ritardi
Per sapere il verdetto delle elezioni USA possono volerci giorni. Nell'ultima tornata elettorale del 2020, si iniziò a votare martedì e solo il sabato successivo fu dichiarato vincitore Joe Biden, quando emerse che il candidato democratico aveva ottenuto i voti del Collegio elettorale della Pennsylvania. I motivi per cui occorre così tanto tempo per determinare un vincitore possono essere diversi.
Innazitutto va considerato il fuso orario negli Stati federali che può creare alcuni sfasamenti nel conteggio dei voti. In alcune aree, tipo Kentucky e Indiana, si comincia a conteggiare quando in altre si sta ancora votando. Questo perché la maggior parte degli Stati inizia a riportare i risultati iniziali entro pochi minuti dalla chiusura dei seggi. Altri però come Alabama, Alaska, Oregon e South Dakota aspettano che tutte le contee finiscano la votazione. Mentre in Arizona e Idaho è per legge prevista l'attesa di un'ora dopo la chiusura dei seggi prima di riportare l'esito del voto.
In secondo luogo c'è il problema delle schede provvisorie che prende corpo quando esistono dubbi circa la validità del voto di un elettore. Ciò richiede ulteriori indagini sullo stato di registrazione e sul distretto elettorale del votante, determinando ulteriori ritardi.
In terzo luogo, vi è la questione del voto per corrispondenza. In alcuni Stati le buste sono aperte il giorno delle elezioni o addirittura prima con il conteggio che viene mantenuto segreto fino a quando tutti hanno votato; in altri Stati le schede sono conteggiate solo alla chiusura delle urne. In ogni caso, i verificatori devono accertarsi che l'elettore che ha votato per corrispondenza non lo abbia fatto anche di persona.
Nel ritardo delle operazioni quest'anno potrebbero influire anche gli uragani che hanno colpito gli Stati Uniti sudorientali, come la Georgia e il North Carolina.
Chi sarà il vincitore?
Per conoscere il vincitore tra Trump e Harris la tempistica potrebbe estendersi fino a cinque settimane, o anche più se ci sarà il ricorso in tribunale. I risultati quindi non sono ufficiali fino a quando non si ha la certificazione dei funzionari elettorali. Il problema sono sempre gli Stati contesi, che quest'anno sono considerati Arizona, Georgia, Michigan, North Carolina, Pennsylvania e Wisconsin, dove le procedure per il conteggio potrebbero essere più farraginose.
L'aspetto che deve essere chiaro è che il 5 novembre non verrà determinato chi sarà il presidente, perché come detto all'inizio non è eletto direttamente dal popolo. Saranno invece votati i grandi elettori, i quali potranno esprimere un voto nel Collegio elettorale. Questi elettori si incontreranno il 17 dicembre nelle capitali dei loro Stati per eleggere il presidente e il vicepresidente degli Stati Uniti.