Per l’economia tedesca è in arrivo un nuovo colpo. Il trionfo di Donald Trump nelle elezioni USA è destinato a rappresentare un elemento decisamente negativo per la prima economia di Eurolandia. "Se i piani tariffari saranno implementati, potrebbero costarci l'1% di crescita economica", ha detto il n.1 della Bundesbank, Joachim Nagel, nel corso di un’intervista concessa al quotidiano Die Zeit.
"La nostra economia non crescerà affatto quest'anno e probabilmente meno dell'1% l'anno prossimo, anche prima del nuovo piano tariffario statunitense. Se i nuovi dazi entreranno effettivamente in vigore, potremmo persino scivolare in territorio negativo".
Dopo il rosso dello 0,3% messo a segno nel 2023, nell’anno corrente il Pil della Germania dovrebbe segnare, stando alle ultime stime del Ministero dell’economia, un rosso dello 0,2%. Alle “solite” criticità, tra cui ricordiamo la debolezza della domanda cinese, le difficoltà del manifatturiero e le ricadute della crisi energetica, negli ultimi mesi si è aggiunta anche la crisi politica.
Pil Germania: con dazi, rosso anche nel 2025
Tra i punti focali del programma del tycoon ci sono i dazi nei confronti di praticamente tutti i Paesi ed ovviamente a pagare il conto più salato saranno quelle economie, come la Germania, che basano gran parte della crescita sulle esportazioni.
Anche se abbiamo imparato che la strategia negoziale di Trump è fondata su una “sparata” iniziale finalizzata a mettere nell’angolo il contendente ed iniziare le trattative da una posizione di vantaggio, nel corso della campagna elettorale sono state promesse tariffe del 60% sulla Cina e fino al 20% su tutti gli altri Paesi, è indubbio che il Pil della Germania sarà colpito in maniera particolarmente dura dalle misure di protezione del “made in USA”.
Le difficoltà del settore secondario sono destinate a riversarsi sul mercato occupazionale, peggiorando il quadro generale. “I posti di lavoro che perdiamo nell’industria potrebbero non essere più sostituiti con la stessa facilità di prima da nuove posizioni nel settore dei servizi”.
Senza entrare nello specifico della crisi politica che attanaglia la Germania, Nagel ha evidenziato che quello attuale è un momento particolarmente delicato per il Paese e l’intera Europa. “C’è un grande bisogno di azione" e i politici “devono muoversi il più rapidamente possibile”.
Politica monetaria BCE: Nagel, non dobbiamo abbassare la guardia
Nonostante la Germania sia “il grande malato”, ed alla luce dei tre tagli ai tassi messi in campo nel 2024 dalla BCE, il n.1 della BundesBank ha tenuto a rimarcare il suo ruolo di “capitano” della squadra dei “falchi”. “Ci sono ancora evidenti pressioni sui prezzi, che sono dovute principalmente ai salari nel settore dei servizi". Non è quindi il momento di abbassare la guardia: “il trucco è garantire che il tasso di inflazione rimanga al 2% nel lungo termine".