Christine Lagarde è convinta che occorra una
versione europea della Securities and Exchange Commission ed una Borsa unificata. Il governatore della
Banca Centrale Europea ritiene che si tratti di strumenti utili ad affrontate le tre D che affliggono il Vecchio Continente: la deglobalizzazione, la demografia e la decarbonizzazione. "Un mercato dei capitali veramente europeo ha bisogno di infrastrutture di mercato consolidate – ed è qui che anche il settore privato può mostrare la sua determinazione", ha detto davanti al Congresso bancario europeo.
In questo contesto, Lagarde ha parlato di massicci investimenti da realizzare in breve tempo che richiederebbero centinaia di miliardi di euro. Nello specifico, la transizione energetica avrebbe bisogno di ulteriori 620 miliardi di euro all'anno fino al 2030 mentre la transizione digitale ne richiederebbe 125. Il numero uno dell'Eurotower ha messo in luce il fatto che per oltre un decennio la politica in Europa ha cercato di creare un'unione dei mercati dei capitali, senza però fare grandi progressi.
Lagarde: il pericolo è rappresentato dalla frammentazione
In Europa, vi è l'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati di Parigi che supervisiona i mercati finanziari, mentre i regolatori nazionali esercitano molto potere. Questo significa che c'è un mercato europeo frammentato, che può creare problemi su vari fronti. "Ci sono segnali crescenti che l'economia globale si stia frammentando in blocchi concorrenti", ha asserito.
Oggi le aziende UE si finanziano molto di più attraverso le banche commerciali che con le obbligazioni. Lo dimostra il fatto che i mercati obbligazionari statunitensi sono tre volte più grandi di quelli europei e i finanziamenti di capitali di rischio addirittura cinque volte, nonostante l'economia a stelle e strisce sia meno del doppio rispetto a quella UE. Inoltre, il mercato azionario USA è doppio in termini di dimensioni rispetto a quello europeo, sebbene in Europa ci siano tre volte più Borse rispetto agli Stati Uniti.
Tutto questo rende più difficile raccogliere fondi per le aziende europee. "Si riduce la profondità e la liquidità del mercato e, di conseguenza, si rende più difficile lo sviluppo di mercati dei capitali più ampi", ha detto Lagarde. A suo giudizio, "i poteri dell'ESMA potrebbero essere estesi conferendogli un ampio mandato, compresa la supervisione diretta". Tuttavia, "al di là di un'istituzione forte, anche un unico codice di regole è fondamentale", ha aggiunto.
Quali effetti da un maggiore integrazione?
Ma cosa comporta un mercato europeo veramente integrato? Secondo l'ex-FMI, questo potrebbe dar vita ad altre 4.800 start-up che raccoglierebbero altri 535 miliardi di euro all'anno, come dimostrato da uno studio del think-tank New Financial. "Spesso ci chiediamo perché questi unicorni vadano all'estero e non rimangano a Francoforte o in Europa", ha detto.
Inoltre, mettendo insieme vari operatori borsistici, potrebbe nascere "un sistema consolidato europeo di pubblicazione che può incoraggiare il passaggio a un'infrastruttura di mercato integrata e a gruppi di scambio più ampi e transfrontalieri", ha aggiunto.