MES: cosa è, condizioni e origini Meccanismo Europeo di Stabilità | Investire.biz

MES: cosa è, condizioni e origini Meccanismo Europeo di Stabilità

05 nov 2020 - 18:30

06 dic 2022 - 09:31

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Cosa è il MES? Come funziona e quali sono le origini del Meccanismo Europeo di Stabilità? Quali modifiche ha subito nel tempo? Vediamo tutto quello da sapere sul fondo UE

Il Meccanismo Europeo di Stabilità, noto anche con il suo acronimo MES (ESM in inglese), è un fondo creato dall'Unione Europea per garantire la stabilità finanziaria dei Paesi membri. Dietro tale fondo vi è un'istituzione costituita come Société Anonyme con sede in Lussemburgo, che si occupa dell'amministrazione e della gestione e che ha una capacità di finanziamento di 700 miliardi di euro. Il denaro viene erogato a condizioni molto rigide di risanamento e responsabilità riguardo i bilanci pubblici delle Nazioni riceventi.

Oggi il MES è particolarmente alla ribalta considerato il momento storico che stiamo vivendo, con la pandemia che ha scatenato una crisi economica che coinvolge tutta l'Europa. Quindi scopriamo di più sulla sua storia, su quando entra effettivamente in funzione e su quali sono nel dettaglio i criteri che ogni Paese che riceve fondi deve rispettare.  

 

Meccanismo Europeo di Stabilità: origini

Il 9 e il 10 maggio del 2010 l'Ecofin decise di istituire un meccanismo di soccorso per i Paesi in difficoltà finanziarie aggirando l'art.123 dei Trattati europei. Secondo questi, gli Stati membri dell'UE e la BCE non potevano salvare un singolo Paese fornendo prestiti. La ratio stava nel fatto di voler responsabilizzare tutti ad adottare un comportamento sobrio con riferimento ai livelli di indebitamento.

In quel periodo però l'area mediterranea dell'Eurozona si trovava al limite di un tracollo finanziario e bisognava trovare una soluzione permanente che desse maggiore stabilità a tutto il sistema. La nuova soluzione andava a sostituire due meccanismi di finanziamento che avevano carattere temporaneo e che erano stati utilizzati per i salvataggi di Irlanda, Grecia e Portogallo: lo Strumento Europeo di Stabilità Finanziaria (FESF) e il Meccanismo Europeo di Stabilizzazione Finanziaria (EFSM).

Così, i 17 Paesi dell'Unione firmarono il 2 febbraio 2012 il Trattato che istituiva ufficialmente il Meccanismo Europeo di Stabilità, conosciuto anche come Fondo salva-Stati. Il MES doveva entrare in vigore nella prima metà del 2013, come era stato stabilito anticipatamente dal Consiglio Europeo.

L'intensificarsi della crisi dei debiti sovrani del novembre del 2011 e che vide la Grecia come forza trainante, convinse gli Stati europei a intervenire con urgenza. Così Bruxelles decise nella riunione ufficiale del 9 dicembre 2011 di anticipare l'attivazione del fondo a luglio 2012.

 

MES: la sospensione dell'entrata in funzione

Le cose non andarono però come previsto. Le regole del Trattato Europeo stabilivano che occorreva la ratifica dei singoli Paesi che nel complesso rappresentavano il 90% del fondo. Il problema fu che, per l'ordinamento tedesco, il MES poteva essere illegittimo e per questo bisognava attendere la pronuncia da parte della Corte Costituzionale della Germania.

La risoluzione si ebbe il 12 settembre del 2012 con il via libera al fondo ma con alcune limitazioni che si armonizzavano con ciò che prevedeva la Costituzione della Repubblica Federale Tedesca. Due settimane dopo avvenne l'agognata ratifica da parte di Berlino e il MES entrò ufficialmente in funzione l'8 ottobre 2012.

 

MES: come funziona e le condizioni di finanziamento

Il Meccanismo Economico di Stabilità può concedere prestiti a tassi fissi e variabili generalmente molto vantaggiosi, in modo da fornire assistenza finanziaria ai Paesi bisognosi senza pesare ulteriormente sui bilanci degli Stati in difficoltà. Inoltre l'istituto può acquistare titoli di tali Paesi sia sul mercato primario che su quello secondario.

La richiesta di aiuto viene effettuata da parte della Nazione in difficoltà. A quel punto l'istituto demanda alla Commissione Europea perché accerti lo stato di bisogno del richiedente in base alle finanze pubbliche e se ciò può determinare un effetto contagio nei confronti degli altri Stati UE. La Commissione UE inizia poi un negoziato con il membro UE in questione, coinvolgendo la BCE e l'FMI. Da lì viene stabilito un memorandum d'intesa che deve rispettare delle condizioni molto rigide stabilite dal Trattato Europeo, come ad esempio:
 

  • programma di correzioni macroeconomiche rispettando le condizioni di ammissibilità (art.12)
  • memorandum d'intesa per concedere finanziamenti con cui il Paese richiedente accetta tagli di spesa pubblica e riforme strutturali (art.13)
  • linea di credito associata che può essere erogato come linea di credito condizionale precauzionale o come linea di credito soggetto a condizioni rafforzate (art. 14)
  • sanzioni stabilite per gli Stati che non rispettano gli obblighi di restituzione delle quote relative all'importo erogato alle scadenze prestabilite e divieto di esercizio del diritto di voto durante il periodo di inadempienza (art.4)

 

Meccanismo Europeo di Stabilità: gli organi collegiali

La gestione del MES viene effettuata da parte del Consiglio dei Governatori che è costituito dai Ministri delle Finanze dell'Eurozona. Il Consiglio dei Governatori nomina il Consiglio di Amministrazione e il Direttore Generale. Il Commissario UE degli Affari Economico-Monetari e il Presidente della BCE svolgono una funzione di osservatori.

Tutte le decisioni vengono prese a maggioranza qualificata o, se non è sufficiente, a maggioranza semplice. Gli Stati membri hanno diritto di voto in funzione delle quote versate nel fondo. Tali quote non devono venire meno anche se il Paese ha ottenuto già i finanziamenti del MES.

Le quote partecipative sono stabilite in base alla popolazione del Paese e al PIL in rapporto al totale degli stessi parametri degli altri membri UE. Dei 700 miliardi in dotazione, solo 80 sono in realtà versati dai singoli Stati, il resto viene raccolto sui mercati finanziari emettendo obbligazioni. La Germania è il primo contribuente con il 27% del capitale, mentre l'Italia partecipa con una quota del 18%.

 

MES: le riforme degli ultimi anni

Negli ultimi tempi il Fondo salva-Stati ha subito importanti riforme, frutto di una lunga negoziazione tra i Paesi rigoristi del Nord e quelli dell'area mediterranea che spingevano verso condizioni meno austere. L'obiettivo è stato quello di assicurare un istituto di pronto intervento senza svenare i Paesi coinvolti.

Le novità introdotte sono essenzialmente due. Una che riguarda la possibilità di fornire una garanzia al Fondo di risoluzione comune per gli istituti bancari qualora dovessero trovarsi in grave difficoltà. Il Fondo di risoluzione comune è un fondo alimentato dai contributi delle banche dei Paesi membri, creato appositamente per salvare le stesse dalla bancarotta.

La seconda novità concerne le fasi di salvataggio dei vari Paesi. Prima di concedere il finanziamento bisogna ricorrere alla ristrutturazione del debito attraverso l'haircut dei titoli di Stato. La ragione sta nel fatto che chi ha acquistato bond pubblici lo ha fatto con intenti speculativi e quindi deve assumersi il rischio dell'operazione.

Difatti si procede prima a un'analisi di sostenibilità del debito, che verrà eseguita dal MES stesso ma anche dalla Commissione Europea. Qualora dall'analisi emerge che il Paese in questione manifesta una scarsa capacità di ripagare il debito, a quel punto bisogna procedere con la ristrutturazione, altrimenti non parte lo strumento di finanziamento. Nel caso in cui lo Stato si rifiuta di eseguire il taglio o se, nonostante ciò, il debito risulta insostenibile, il MES non verrà attivato.

3 - Commenti

giorgio m.

giorgio m. - 06/11/2020 09:59 Rispondi

Investire ..

Investire .. - 06/11/2020 13:47 Rispondi

Federico C.

Federico C. - 06/11/2020 20:20 Rispondi

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