- Ottimismo sugli indici Usa per un ripresa più veloce del previsto
- Dati macro migliori del previsto fanno ben sperare
- Unica nota negativa: possibili tensioni Usa-Cina su Hong Kong
Ieri un rally che ha fatto registrare sugli indici Usa risultati incoraggianti.
Le Borse Usa
Alla fine delle trattative, infatti, il Dow vantava un +2,17%, l’S&P 500 arrivava a 1,23% e il Nasdaq, insolito ma prevedibile fanalino di coda, date le performance precedenti dei suoi più illustri protagonisti, chiudeva a 0,17%. Un rally che per qualcuno potrebbe continuare. Una prima conferma arriva dai Futures che alle 10 (ora italiana) erano, per i tre indici maggiori, tutti intorno a 0,75%.
Il vaccino
Lontane le paure per una seconda ondata come anche le tensioni Usa-Cina. Si preferisce, a quanto pare, guardare con fiducia all’arrivo, dato per certo, di un vaccino tra i 10 candidati in lizza. In pole position quello di Novavax. L’azienda ha annunciato di aver avviato i primi test sull'uomo. A questo si aggiungano le ritrovate speranze di un ritorno alla normalità con tempistiche più veloci del previsto. La riapertura progressiva ma costante della maggior parte delle attività produttive e con loro anche delle normali abitudini di consumo.
I dati macro
Altra conferma: il fatto che siano state le banche a guidare la riscossa con Citigroup che ha sfiorato le due cifre. Altra nota positiva: i dati macro a stelle e strisce sul settore immobiliare, dati migliori delle previsioni. Le vendite di nuove case unifamiliari sono aumentate di 623.000 unità il mese scorso, invece delle 490.000 previste; la fiducia dei consumatori si è attestata a 86,6 punti questo mese dai precedenti 85,7 di aprile. Un risultato anche migliore delle previsioni che guardavano a 82,3 punti.
Tensioni Usa-Cina
Tutto risolto quindi? Non proprio. Pechino e Washington sono nuovamente ai ferri corti con l’amministrazione Trump che sta minacciando ancora sanzioni. Ma questa volta il virus non c’entra. Fulcro della crisi: Hong Kong. La nuova legge sulla sicurezza nazionale che Pechino chiede sia approvata in tempi brevissimi, ha creato proteste nell’ex colonia britannica. Proteste che hanno attirato l’attenzione (e gli strali) della Casa Bianca pronta a minacciare il ritorno dei dazi.