Il Covid-19 ha stravolto le vite degli italiani. Ha costretto le persone a quarantene forzate, ha fatto chiudere attività imprenditoriali, alcune in via temporanea altre per sempre, ma soprattutto ha inciso profondamente sulle abitudini quotidiane, sia nella socialità sia in tema di scelte dei consumatori.
E riguardo gli investimenti, cosa ha portato la pandemia alle decisioni dei risparmiatori? Per scoprirlo facciamo riferimento a un report recente da parte della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo e del Centro Einaudi, che illustra gli effetti del fenomeno secolare sul risparmio e anche l'atteggiamento futuro da parte degli investitori nella costruzione del proprio portafoglio finanziario.
Risparmio: con la pandemia è cresciuta la liquidità nei conti correnti
Lo studio mette in evidenza come nell'ultimo anno i depositi bancari siano cresciuti di 126 miliardi, portando la propensione al risparmio delle famiglie dall'11,8% al 20%. Sembra un fatto alquanto paradossale, perché contemporaneamente il PIL si è ridotto di 168 miliardi.
In verità questa perdita di reddito ha trovato compensazione nell'espansionismo fiscale del Governo, grazie al supporto decisivo della Banca Centrale Europea. Inoltre il calo drastico dei consumi legato alla chiusura delle attività ha fatto crescere le somme accantonate in giacenza sui conti correnti.
Tuttavia il maggior risparmio non si è tradotto in investimento, ma in liquidità. Questo significa che se l'anno venturo le risorse dovessero essere liberate per impiegarle nelle attività finanziarie o nell'economia reale, la ripresa potrebbe avere degli effetti multipli rispetto a quella innescata dal Recovery Fund.
Quest'ultimo però potrebbe rappresentare un solido alleato finanziario delle famiglie italiane, in quanto mette denaro in circolo sull'economia e, con l'ausilio della BCE, rifinanzia il sistema bancario favorendo la crescita dei prestiti. Nel 2020 già vi è stato un flusso di 143 miliardi che l'Eurotower ha fatto arrivare nel nostro Paese, a cui si aggiungeranno probabilmente i 209 miliardi dall'Europa in base al piano Next Generation EU.
Investimenti: gli italiani rimangono legati alla tradizione
Dove verrà investita la maggiore liquidità in circolazione nel 2021? Gli italiani continuano ad essere obbligazionisti, nonostante i tassi a zero negli ultimi anni abbiano fatto diventare meno allettante l'investimento. L'indagine condotta dagli istituti su citati svela che il 72% circa delle persone intervistate ritiene che le obbligazioni diano maggiore sicurezza del capitale investito garantendo il rimborso a scadenza, per questo sono preferibili rispetto a investimenti più a rischio.
Cresce però il risparmio gestito proprio nell'anno della pandemia: il 4,7% ha comprato fondi per la prima volta quest'anno, mentre il 30% di chi già li aveva in portafoglio ne ha aumentato la quota. Le ragioni essenzialmente sono state tre: la professionalità del gestore, la fiducia in chi proponeva il fondo e la possibilità di diversificare il rischio.
La grande maggioranza degli investitori italiani comunque rimane legata alla tradizione, scartando forme d'investimento alternative come quelle basate su internet e sull'innovazione finanziaria, così come quelle relative alle criptovalute. Un certo interesse invece viene conservato per i metalli preziosi come l'oro che quest'anno ha trovato il favore del 15% degli intervistati. C'è da dire che questa percentuale è stata favorita dal rally del metallo giallo nella funzione di bene rifugio, a causa dell'incertezza scatenata dalla pandemia.