Arm scalda i motori per la più grande
IPO del 2023 a Wall Street. Intorno al produttore di chip c'è grande fermento circa la sua valutazione. Con le azioni quotate tra 47 e 51 dollari,
l'azienda punta a 52 miliardi di dollari. Ma non esclude che il suo valore possa spingersi fino a 54,5 miliardi di dollari.
In ogni caso, si tratterebbe della
più grande valutazione dopo quella di Rivian Automotive del 2021 di 64 miliardi di dollari e sarebbe più elevata rispetto all'offerta di acquisizione da 40 miliardi di dollari di
Nvidia, poi abortita per gli ostacoli delle autorità di regolamentazione. Nella migliore delle ipotesi, la raccolta di ARM dall'offerta pubblica iniziale dovrebbe aggirarsi intorno ai 5 miliardi di dollari.
Arm: multipli molto alti, perché?
Gli analisti non sono molto convinti di questi numeri, reputando che la società di progettazione dei semiconduttori si sia spinta troppo in là. Per gli analisti di Susquehanna Financial Group, invece, c'è una giustificazione. La società finanziaria dà un intervallo di valutazione di 48-50 miliardi di dollari, sulla base di azioni quotate a 47 a 50 dollari. Tale cifra si basa su un enterprise value di 14 volte le vendite previste per l'anno fiscale 2025. Questo significherebbe un multiplo a un soffio di quello di Nvidia, il cui valore è fissato a 15 volte il fatturato stimato. Ma soprattutto il rapporto EV/Sales sarebbe ben al di sopra delle 10 volte di aziende come Qualcomm, Intel e Advanced Micro Devices.
La giustificazione di questa "eccessiva" valutazione per Susquehanna è data da una previsione di crescita dei ricavi annui di Arm del 20% fino all'anno fiscale 2027 e dal miglioramento dei margini operativi. Le maggiori entrate deriveranno, a giudizio degli analisti, da una diversificazione del business, che abbraccerà il cloud computing e il settore automobilistico, compensando il calo del suo mercato chiave, ossia quello degli smartphone.
Nell'ultimo esercizio fiscale conclusosi a marzo 2023, la contrazione del comparto dei telefoni ha comportato la riduzione delle vendite di Arm riguardo la progettazione dei chip a 2,68 miliardi di dollari, dai 2,7 miliardi di dollari dell'esercizio precedente. "Vediamo continue opportunità di miglioramenti dei fondamentali, con l'aumento dei costi di licenza e dei prezzi medi di vendita dei chip", hanno scritto gli analisti di Susquehanna.
Arm: i rischi provengono dalla Cina
La forte esposizione in Cina da parte di Arm rappresenta senz'altro un fattore di rischio, alla luce della guerra commerciale tra Pechino e gli Stati Uniti (ma sarebbe il caso di dire l'Occidente) culminata in uno scambio di sanzioni. Arm si affida a una società indipendente in Cina per condurre le vendite.
Tuttavia, Susquehanna osserva come i progetti di Arm siano disponibili "ad una frazione del costo di sviluppo della proprietà intellettuale originale" e che esiste "una comunità globale di sviluppatori di software che conoscono i suoi progetti".