Le
azioni Intel sono crollate del 4,16% negli scambi dopo la chiusura della seduta di Wall Street. Il sell-off è stato generato dalla diffusione dei dati 2023 su
Intel Foundry, l'unità di produzione dei chip che punta a competere con il gigante taiwanese TSMC. Lo scorso anno, la divisione ha registrato una
perdita operativa di 7 miliardi di dollari su un fatturato di 18,9 miliardi di dollari, oltre il passivo di 5,2 miliardi di dollari su 27,5 miliardi di dollari di vendite nel 2022.
Intel Foundry riveste un significato importante nell'ecosistema dell'azienda, in quanto quest'ultima è organizzata in varie divisioni che sono delle vere e proprie fabless, ossia che progettano i semiconduttori ma acquistano i wafer dalla fonderia. L'Amministratore delegato di Intel,
Pat Gelsinger, ha affermato che all'origine della perdita di Intel Foundry ci sono una serie di scelte sbagliate come quella di non utilizzare le macchine ultraviolette estreme di ASML, che costano oltre 150 milioni di dollari, ma sono più convenienti rispetto agli strumenti adoperati per la produzione di chip. Inoltre, Gelsinger ha rimarcato il fatto che l'azienda abbia
esternalizzato circa il 30% della produzione dei wafer ad aziende come TSMC e ora punta a ridurre il numero a circa il 20%.
Intel: cosa cambierà in futuro
La perdita di Intel Foundry è un brutto colpo per il gruppo di Santa Clara, vista l'importanza strategica di questa divisione. Per questo, la società intende correre ai ripari quest'anno con una revisione della struttura interna e finanziaria del gruppo. Ad esempio, le divisioni Client Computing Group, Data Center and AI e Network and Edge saranno accorpate come Intel Products. Allo stesso modo, Altera, Mobileye e Other confluiranno nella voce All Other. Intel Foundry continuerà ad operare a parte, riconoscendo i ricavi generati dalle altre divisioni nonché dai clienti esterni, oltre i costi relativi allo sviluppo e alla produzione di Intel.
Questo nuovo modello di business dovrebbe garantire una maggiore efficienza e crescita, attraverso un processo di riduzione dei costi per ogni unità. In termini economici, l'azienda prevede un picco delle perdite di Intel Foundry quest'anno, perché comunque l'unità di produzione punta a diventare la seconda più grande del mondo dopo TSMC entro la fine del decennio e quindi i costi da sostenere dal punto di vista tecnologico saranno elevati. Tuttavia, fino ad allora, l'obiettivo è di raggiungere il pareggio contando su un volume di affari in crescita sostenuta rispetto agli oltre 15 miliardi di dollari attuali.
In merito a Intel Products, i margini operativi al momento non preoccupano, sottolinea la società, con ricavi dell'unità nel 2023 di 47,7 miliardi di dollari e profitti operativi per 11,3 miliardi di dollari. Inoltre, i margini saranno destinati a migliorare con il nuovo modello operativo, stando alle previsioni del management.
Sul fronte degli investimenti, Intel ha in programma di spendere 100 miliardi di dollari per stabilimenti in quattro Stati americani nei prossimi anni, cercando di convincere le aziende esterne a utilizzare i suoi servizi di produzione dei chip. "Nell'era pre-EUV (macchine ultraviolette estreme) abbiamo sostenuto molti costi e non eravamo competitivi. Ora abbiamo aumentato la competitività in termini di prezzo, prestazioni e ritorno alla leadership", ha detto Gelsinger.