Secondo gli analisti, le banche regionali USA aumenteranno le riserve per far fronte alle perdite potenziali derivanti dal mercato immobiliare. Gli elevati costi di finanziamento hanno messo sotto pressione il credito degli istituti finanziari, che ora si trovano ad avere in portafoglio una quantità importante di perdite non realizzate. Queste diventeranno effettive quando le banche decideranno di vendere gli asset in bilancio in cerca di liquidità.
Secondo i dati rilasciati dal
Fondo Monetario Internazionale questa settimana nel suo rapporto semestrale sulla stabilità finanziaria globale,
i crediti immobiliari commerciali in sofferenza alla fine del 2023 sono raddoppiati in un anno dallo 0,4% allo 0,81% sul totale delle attività finanziarie. Nel frattempo
il tasso di insolvenza sta aumentando. Secondo S&P Global, alla fine del quarto trimestre il tasso di morosità delle banche regionali si attestava all'1,2% per i prestiti con scadenza a 30 giorni. Questo ha spinto gli istituti di credito ad incrementare gli accantonamenti per i crediti inesigibili.
Banche regionali USA: le difficoltà sui prestiti immobiliari
Ora, con la stagione delle trimestrali appena iniziata, gli esperti prevedono un'ulteriore aggiunta di fondi per far fronte alle probabili perdite. Manan Gosalia, analista di Morgan Stanley, stima un aumento dei coefficienti di riserva per le perdite degli immobili commerciali da 10 a 20 punti base. "Gli accantonamenti aggregati sono del 20% al di sopra del consenso", ha aggiunto.
A giudizio di Stephen Buschbom, direttore della ricerca presso la società di consulenza Trepp,
i prestiti per uffici rimangono i "maggiori punti dolenti" per le banche, in quanto maggiormente colpiti dal fatto che, anche dopo la pandemia, molti dipendenti lavorano da casa. Ciò implica che i proprietari degli immobili trovano molto difficoltoso rimborsare i mutui contratti con le banche, non percependo gli affitti o non riuscendo a vendere gli uffici. "Gli uffici vacanti hanno ridotto i flussi di cassa e la posizione della
Federal Reserve di mantenere i tassi di interesse alti più a lungo rende costosi i finanziamenti", ha affermato Stephen Biggar, analista di Argus Research.
Quali soluzioni?
Per uscire dall'impasse potrebbero venire in soccorso alcuni potenziali acquirenti del credito, come i private equity, che a loro volta genereranno altri finanziamenti. Chiaramente i prestiti per gli uffici verrebbero venduti a forte sconto e questo naturalmente comporterebbe delle perdite per le banche regionali USA, ma almeno ridurrebbe alcuni rischi, secondo Buschbom.
Da un po' di tempo, al riguardo, ci sono dei movimenti nel settore. Ad esempio, lo scorso anno PacWest ha venduto prestiti attuando sconti complessivi per 200 milioni di dollari. Mentre, a dicembre, Signature Bridge Bank ha ceduto a un consorzio guidato da Blackstone il 20% di una partecipazione azionaria in una società che deteneva prestiti immobiliari per 16,8 miliardi di dollari, attuando uno sconto del 30% e incassando circa 1,2 miliardi di dollari.
"Vediamo che le banche stanno adottando un approccio più conservativo e prevediamo ulteriori svalutazioni nei prossimi trimestri", ha affermato Ran Eliasaf, fondatore e managing partner di Northwind Group, una società di private equity con oltre 3 miliardi di dollari di asset in gestione.