JP Morgan Chase ha inaugurato la stagione delle trimestrali a Wall Street nel migliore dei modi. La più grande banca del mondo ha battuto le attese e fatto registrare un
balzo del reddito netto da interessi. Ai brillanti risultati ha contribuito l'acquisizione, avvenuta la scorsa primavera, della First Republic Bank, in un momento in cui il sistema finanziario americano era stato scosso dal fallimento di tre importanti istituti di credito.
L'Amministratore delegato Jamie Dimon ha elogiato l'operato della banca e messo in luce i buoni risultati, anche se ha tenuto a precisare che questi beneficiano eccessivamente dal reddito da interessi netti e dai costi del credito inferiori al normale che "nel tempo si normalizzeranno". Dimon comunque osserva che "le linee di business hanno visto un continuo slancio nel trimestre, dimostrando la potenza di anni di investimenti". In tutta l'azienda, "abbiamo continuato ad aggiungere un numero considerevole di nuovi clienti e approfondire le relazioni", ha aggiunto.
JP Morgan Chase: i numeri della trimestrale
Andando ai numeri, JPMorgan ha prodotto ricavi complessivi per 40,69 miliardi di dollari, oltre le attese degli analisti a 39,63 miliardi di dollari. La banca ha realizzato un utile netto di 13,15 miliardi di dollari, in crescita del 35% su base annua (24% se si esclude First Republic). L'utile per azione è stato di 4,33 dollari, che si confronta con EPS di 3,12 dollari dello stesso periodo del 2022 e con una stima di 3,96 dollari del consensus.
Questo risultato è stato ottenuto grazie a un reddito netto da interesse di 29,2 miliardi di dollari, che segna un balzo del 30% anno su anno (21% senza First Republic). La crescita del margine di interesse è derivata dagli alti tassi Fed che sono stati trasferiti maggiormente sui prestiti rispetto ai depositi. L'utile netto attribuibile alla banca acquisita è stato di 1,1 miliardi di dollari nel trimestre.
La componente consumer banking è cresciuta del 36% a 5,9 miliardi di dollari. Il guadagno della sezione asset & wealth management è salito del 16% a 1,42 miliardi di dollari. La divisione
investment banking ha invece registrato una contrazione, con l'utile diminuito del 12% a 3,09 miliardi di dollari. Questa flessione è determinata da un mercato ancora debole delle fusioni e acquisizioni e delle
IPO, anche se JPMorgan ha avuto un ruolo importante per la grande quotazione dell'anno di Arm Holdings.
L'accantonamento per perdite su crediti è stato di 1,4 miliardi di dollari, il 10% in meno rispetto allo scorso anno, poiché l'istituto finanziario ha rilasciato 113 milioni di dollari di riserve.
JPMorgan: le prospettive per il futuro
La big bank americana ha alzato le previsioni per il reddito netto da interessi per l'intero 2023 a 89 miliardi di dollari, rispetto a una precedente stima di 87 miliardi di dollari.
Dimon ha riferito che il contesto è quello di consumatori e imprese statunitensi che rimangono sani, anche se le riserve di liquidità in eccesso si stanno riducendo. Tuttavia, il CEO ha precisato che "i mercati del lavoro risultano essere persistentemente tesi e i livelli del debito USA estremamente elevati". Inoltre, ha avvertito che bisognerà aspettarsi "un'inflazione elevata e tassi d'interesse che aumenteranno ancora". Il top manager ha detto che le conseguenze dell'inasprimento quantitativo non si conoscono nel lungo termine, ma ciò riduce la liquidità nel mercato.
Infine, Dimon ha segnalato come quello che stiamo vivendo sia "il momento più pericoloso che il mondo abbia mai visto negli ultimi decenni", a causa della guerra in Ucraina e degli attacchi della scorsa settimana contro Israele, i quali potrebbero avere "una vasta portata sui mercati energetici e alimentari, sul commercio globale e sulle relazioni geopolitiche".