Con un rosso di 16 punti percentuali nel 2023, le azioni Nike si collocano nel gruppo dei titoli con le peggiori performance dello S&P500. Da inizio anno il titolo della società con sede a Beaverton, in Oregon, si è trovato a fronteggiare diversi fattori di criticità tra cui:
- l’eccesso di scorte;
- la debolezza della domanda;
- il rallentamento cinese;
- i nuovi competitor (come ad esempio On e Hoka).
Azioni Nike: UBS, da acquistare prima della trimestrale
Dopo il calo dei costi di spedizione e delle scorte (scese a 8,5 miliardi di dollari nel secondo trimestre, dagli 8,9 miliardi precedenti), i conti di Nike, ed in particolare i margini, sembrerebbero destinati a capitalizzare la fine dei ribassi dei prezzi negli Stati Uniti e la ripresa della Cina.
Tra i fattori positivi troviamo anche il progressivo spostamento in direzione di una vendita "Direct to Consumer" che eviti il passaggio tramite intermediari. Nel corso dell'ultima conferenza stampa, Nike ha dichiarato che prevede che "nel lungo termine" le vendite DTC raggiungeranno circa il 60% del totale, dal 45% circa dell'ultimo trimestre.
"Riteniamo che non appena il mercato inizierà a percepire il tasso di crescita delle vendite e il miglioramento dei margini, il titolo inizierà a salire", ha detto Jay Sole, analista di UBS. "Questo potrebbe accadere quando Nike comunicherà gli utili a fine settembre o anche prima".
Per l’esperto di UBS, Nike potrebbe essere molto più vicina al suo obiettivo di quanto sembri: al netto dei costi di spedizione, dell'aumento dei prezzi dei fattori produttivi e dell'impatto delle scorte, e si tiene conto della crescita delle attività online di Nike, i margini potrebbero aumentare di 6,5 punti percentuali fino a raggiungere il 18% circa.
"Anche se le dinamiche macro hanno avuto un impatto sui margini a breve termine e potrebbero posticipare ulteriormente le tempistiche... l'azienda ritiene che gli obiettivi siano ancora raggiungibili".
Nike: le stime sui conti ed il consenso sul titolo
L’appuntamento con i dati di Nike, quelli relativi al primo trimestre fiscale, è fissato per il 26 settembre: l’utile per azione è attualmente stimato a 0,7576 dollari mentre il fatturato dovrebbe superare di poco quota 13 miliardi attestandosi a 13,02 miliardi.
Dei 41 analisti che compongono il consenso Bloomberg, il 61% consiglia di acquistare, il 26,8% di tenere e solo la restante parte, il 12,2%, ha una valutazione “sell”. Fissato a 127,25 dollari, il target price medio implica un rialzo potenziale del 29,1% rispetto ai livelli attuali.