Negli ultimi giorni la volatilità si è impennata a Wall Street. Il
VIX Cboe, definito come l'indice della paura,
è arrivato nei pressi di 17, il livello più alto degli ultimi due mesi (solo la scorsa settimana viaggiava a un minimo di 12,7). L'indice è ancora su livelli bassi in rapporto ai suoi valori storici, ma questa incursione potrebbe preannunciare ulteriori scossoni nelle azioni della Borsa americana.
Molti investitori hanno cavalcato il rally dell'S&P 500 quest'anno, solo che ora di fronte a un aumento della volatilità potrebbero azionare gli strumenti di copertura. "Gli investitori devono iniziare a pensare al potenziale rischio di movimenti di mercato più ampi che colpiscono strategie sistematiche sensibili alla volatilità", ha affermato Charlie McElligott, stratega cross-Asset di Nomura.
Mentre Gerry Fowler, responsabile della strategia azionaria europea e della strategia globale sui derivati di UBS Group AG, non si aspetta un picco di volatilità fino al 2024, ma puntualizza che "anche così, la volatilità dovrebbe essere superiore a quella che il mercato sta attualmente scontando con il deterioramento del contesto macroeconomico".
Volatilità a Wall Street: ecco le ragioni dell'impennata
Ma cos'è che ha determinato questa improvvisa esplosione di volatilità? Ci sono diversi fattori che hanno generato turbolenze nei mercati finanziari.
Uno è rappresentato dai dati macroeconomici che mostrano un'
economia americana stranamente resiliente, il che fa aumentare le aspettative che la
Federal Reserve possa continuare ad alzare i tassi d'interesse per mettere definitivamente knock-out l'inflazione. Dopo la pausa di giugno, nel meeting di luglio la Fed ha attuato una stretta di un quarto di punto portando il costo del denaro al 5,25-5,5%. Il mercato ha scontato che non vi saranno ulteriori ritocchi. Tuttavia, una Banca centrale che si deve meno preoccupare per gli effetti sull'economia dalla sua politica monetaria trova la strada spianata per mantenere un atteggiamento poco accomodante.
In secondo luogo, vi è da considerare che alcuni fondi si stanno scontrando con il limite normativo di portafoglio per la detenzione di alcuni titoli che sono cresciuti molto come le Big Tech. Ciò significa che diversi investitori che hanno superato il limite stanno vendendo o comunque non stanno effettuando ulteriori acquisti proprio perché impediti da vincoli regolamentari. Per la precisione, la normativa USA non obbliga i fondi a vendere le azioni di quella società per cui hanno oltrepassato il limite, ma vieta di aumentarne la quota.
Un terzo fattore riguarda la decisione un po' a sorpresa da parte dell'agenzia di rating Fitch di declassare il debito degli Stati Uniti da "AAA" ad "AA+", citando un "deterioramento fiscale e ripetuti stalli politici con risoluzioni dell’ultimo minuto sul limite del debito che hanno eroso la fiducia nella gestione fiscale". La mossa della società americana ha fatto salire i rendimenti sul mercato e giocoforza creato turbolenze nei mercati azionari, sempre molto sensibili a tassi elevati.