Dopo le prese di beneficio, il Bitcoin ha ripreso a marciare verso quota 100.000 dollari. In grande spolvero sono anche le altcoin come Cardano, Stellar e Litcoin, che continuano a sovraperformare. Gli investitori sono in attesa che il neo presidente degli Stati Uniti,
Donald Trump, imposti un quadro regolamentare che annulli il giro di vite dell'amministrazione Biden e rilanci definitivamente lo sviluppo del settore crittografico.
Dopo le promesse in campagna elettorale, ora servono passi concreti. Il primo sono state le dimissioni da capo della Securities and Exchange Commissioni di Gary Gensler, considerato il nemico numero uno delle criptovalute. Questo è bastato per spingere il Bitcoin a un soffio dalla soglia fatidica di 100.000 dollari. Secondo i ben informati, il principale candidato a nuovo presidente della SEC è Paul Atkins, considerato crypto-friendly. Anche i potenziali contendenti della Commodity Futures Trading Commission (CFTC) - l'autorità di regolamentazione dei derivati - sono tutti favorevoli al mercato delle criptovalute.
Trump però deve dare seguito agli annunci di creare una riserva strategica di Bitcoin negli Stati Uniti e di fare del Paese il destinatario del mining delle monete rimaste. Nel frattempo si discute di creare alla Casa Bianca un posto dedicato alla politica degli asset digitali.
Bitcoin: l'avvertimento di Nouriel Roubini
Gli investitori in questo periodo sono eccitati all'idea dell'inizio di una nuova fase storica per il Bitcoin e le altre criptovalute, con un riconoscimento a livello istituzionale come mai si è visto prima. "Una volta che un po' di leva finanziaria sarà stata esaurita e gli acquirenti a breve termine avranno finito di prendere profitti, crediamo che il Bitcoin possa trovare una solida base di supporto e fare un altro tentativo di superare il livello di 100.000 dollari", ha scritto in una nota Alex Thorn, responsabile della ricerca a livello aziendale presso Galaxy Digital LP.
C'è però chi ancora vede rischi molto alti. Tra questi Nouriel Roubini, il grande economista che aveva previsto la crisi finanziaria del 2008. "Il Bitcoin è altamente volatile. Se si vuole preservare la ricchezza piuttosto che l'alta volatilità, bisogna stare alla larga da questi tipi di asset", ha affermato ieri in un'intervista. Un segnale allarmante è arrivato in questi giorni da alcuni ETF "short" sulla criptovaluta che hanno registrato record di afflussi giornalieri.
In Corea del Sud è allarme small cap
Intanto il rally poderoso del Bitcoin sta sollevando preoccupazioni per le small cap della Corea del Sud, che in Borsa sono scivolate di circa l'8% quest'anno. Secondo gli analisti, le pessime prestazioni di queste azioni sono motivate dal fatto che i piccoli investitori stanno scaricando i titoli per puntare sul Bitcoin. "Poiché l'indice Kosdaq sta andando male, le persone si stanno dirigendo verso il mercato delle monete virtuali", ha detto Ahn Hyunsang, Amministratore delegato del Korea Investment Research Institute, società di consulenza sulle azioni.
In realtà, in Corea sono vietati gli ETF spot su Bitcoin e uno dei motivi per cui le autorità di regolamentazione stanno evitando di approvarli è proprio dettato dal timore di un trasferimento di fondi dai mercati azionari. Gli investitori però hanno bypassato il problema puntando sui fondi che riproducono i futures su Bitcoin o acquistando le
azioni MicroStrategy, la società guidata da Michael Saylor che ha fatto incetta di Bitcoin.